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I «soliti» Ds: cacciate Vito e Pomicino

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Tornano le lezioni di moralità della sinistra, questa volta contro Alfredo Vito (Forza Italia) e Paolo Cirino Pomicino (Dc). Ad attaccare - nel giorno dell'eselezione alla presidenza del rifondarolo Francesco Forgioned - ci pensa Lorenzo Diana, responsabile nazionale Lotta alle mafie della Quercia: è «sconcertante la nomina di Pomicino e Vito» nella commissione bicamerale d'inchiesta sulla criminalità organizzata. Non solo, Diana si spinge oltre e chiede ai partiti che li hanno nominati «di rivedere le loro indicazioni, prima ancora che i diretti interessati comprendano l'opportunità, per il bene del Paese, di rinunciare a tale incarico». «L'elezione di Francesco Forgione e Beppe Lumia alla presidenza e alla vicepresidenza della Commissione - osserva Diana - è senz'altro una garanzia per il buon lavoro della commissione stessa, che ha davanti a sè il delicato compito di affrontare l'aggravarsi della situazione della criminalità organizzata nel nostro Paese. Peccato che alcune forze di centrodestra non abbiano colto nè l'alto ruolo di un organismo tanto delicato, l'importanza dei messaggi che le istituzioni lanciano ai cittadini e al Paese, arrivando a nominare quali propri rappresentanti Paolo Cirino Pomicino e Alfredo Vito, due parlamentari con alle spalle condanne definitive per corruzione. Il Parlamento ha bisogno di una Commissione antimafia autorevole e credibile, e tali nomine vanno purtroppo in ben altra direzione». La risposta dell'ex ministro del Bilancio arriva per le rime: «Non accettiamo lezioni dai Ds» spiega Cirino Pomicino. «Ricordo - sottolinea Pomicino - che la legislazione antimafia del settembre '89 con la quale furono rimessi in carcere i mafiosi del maxi-processo fu varata dal governo Andreotti con me al Bilancio e Gava agli Interni, e contro quella legislazione Violante e l'intero gruppo comunista votò contro. Sfido i Democratici di Sinistra ad aprire un dibattito in Aula non appena avrò risolto i problemi della mia convalescenza. E in quella occasione qualcuno si dovrà vergognare». Gianfranco Rotondi, segretario della Dc, invece, chiede a Diana di spiegare «al di là delle tesi ipocrite, perché è sconcertante la nomina di un uomo come Pomicino alla Commissione Parlamentare Antimafia. Su questo argomento la Democrazia Cristiana non tollera nemmeno una nota di agenzia nè di Diana nè di altri. Ecco, per una volta sono orgoglioso di poter esser intollerante». Ma intanto la polemica divampa. Al fianco di Diana si schiera anche un senatore di Rifondazione comunista, Raffaele Tecce: «Siamo sconcertati per la scelta della destra di nominare nella commissione antimafia personaggi come Paolo Cirino Pomicino e Alfredo Vito, inquisiti e condannati per corruzione». «Ci chiediamo - aggiunge Tecce - quale serenità e quali garanzie possano offrire a chi deve combattere gli intrecci loschi tra politica e affari». E una dichiarazione di sostegno a Diana arriva anche da Enzo Amendola, responsabile Mezzogiorno dei Ds: «Desta preoccupazione l'elezione di personaggi politici pluricondannati della Cdl». Secondo Amendola «sarebbe stato un atto di sensibilità non assumere l'incarico per non mandare un messaggio sbagliato alle forze impegnate in prima linea per la legalità e la trasparenza nelle istituzioni e nel Paese».

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