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«IL TG1, la Rai e tutte le reti pubbliche e private vivono e devono evolversi rapidamente in questo nuovo mondo».

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Tutti buoni propositi, per carità. Ma per il direttore Riotta è già cominciato il conto alla rovescia per la presentazione del piano editoriale. Tra una settimana il direttore del Tg1 dovrà presentare il piano editoriale e nominare i vice direttori. Una decisione che rischia di mandarlo alla deriva. Dalle nomine i Ds si aspettavano due vicedirezioni, ma rischiano di rimanere al palo per l'ennesima volta. La prima per un candidato di ferro, quel Guido Dell'Aquila che lavorò con Petruccioli all'Unità, già ex Tg2 e Tg3: un vero «padrone» del mezzo televisivo. Un vicario che potrebbe oscurare la leadership di Riotta diventando una specie di commissario del Tg1. Ma la candidatura di Dell'Aquila sembra tramontata. Riotta non lo vuole. Si sta battendo per strappare la Tagliafico a Rai Quirinale, ma dal Colle non ne vogliono proprio sapere di rinunciarci. Il secondo nuovo vicedirettore dovrebbe essere un candidato interno della corrente più forte, quella che vede assieme la Busi, la Ferrario e Sassoli. Dei «vecchi» solo Ferragni (Margherita) e Fico dovrebbero restare col mandato. Si dovrà invece trovare una nuova collocazione a Maccari, attuale vicedirettore vicario, nominato con delibera del cda, che dopo un decennio dovrebbe lasciare l'incarico (forse a Fico). Sta di fatto che per i vicedirettori si susseguono gli incontri tar Riotta e Cappon (il dg è andato perfino a Saxa Rubra). Intanto scalpitano i prodiani di ferro. Badaloni su tutti. L'ex governatore del Lazio continua a rivendicare un posto prestigioso, premio della sua fedeltà pluriennale concessa al premier anche nei momenti più difficili. Badaloni chiede una conduzione importante che lo ripresenti davanti al grande pubblico. Persa la scialuppa per Domenica in all'ex corrispondente di Bruxelles non rimane che sperare di condurre un contenitore di grandi ascolti, tipo Uno mattina o La vita in diretta. Tuttavia il suo sogno resta sempre la conduzione del Tg1 delle 20 oppure il dopo telegiornale, quello che Mimun in persona inventò, lo portò al 27 per cento di share con 7 milioni di telespettatori e poi lo fece riconfermare nonostante sapesse già che sarebbe stato cacciato dal Tg1. Il dopo tg partirà l'11 dicembre e sarà condotto da Riotta in persona. Nello staff del direttore non ci saranno però i giovani di Mimun ma i «senatori» De Strobel, Sassoli, la Mancuso e Badaloni. Quest'ultimo, da un po' di tempo a questa parte, è il leader dell'ala dei contestatori all'interno della riunione di redazione. Prodiani contro prodiani, dunque, in una lotta di potere. Os. Cr.

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