La ricerca riunifica i socialisti, arrivano i soldi
Se non ce ne fossero già abbastanza. Roberto Villetti, capogruppo della Rosa nel Pugno, interrompe i lavori della Camera per annunciare che i suoi deputati, da quel momento in poi, si asterranno dal votare gli articoli della legge della Finanziaria. Il buongiorno, per l' Unione, non si vede dal mattino. «La decisione - spiega Villetti - è stata presa dopo che una serie di incontri con la maggioranza non aveva portato ad alcuna decisione. L'obiettivo del nostro comportamento in aula è rivolto a esercitare una pressione politica sul governo e all'interno della maggioranza, affinché siano evitati i tagli previsti per l'Università e la ricerca». Ecco il punto. La Rosa nel Pugno non ne fa una questione particolare. Non chiede soldi in più per il ministero del Commercio con l'Estero, quello guidato da Emma Bonino. Ma pone una caso generale. E, paradossalmente, ancora più difficile da dirimere per il professor Romano Prodi. Stavolta il presidente del Consiglio non se la cava dando una mancia più o meno corposa a uno dei nove partiti della sua maggioranza. Stavolta è una questione politica, se è vero, come sostiene il deputato Salvatore Buglio in Transatlantico, «all'inizio pensavano che fossimo la scheggia impazzita, ma abbiamo dimostrato senso di responsabilità. Non chiediamo posti o soldi per il nostro ministero, poniamo una questione sacrosanta». Subito dopo l'intervento di Villetti, interviene Mauro Del Bue. Il deputato del Nuovo Psi, gruppo di opposizione, chiede di parlare. Dice che «l'astensione della RnP è un fatto politico importante, condivisibile, coraggioso, e tale da meritare una riflessione profonda sulla mancanza di una maggioranza politica». Più tardi gli fa eco anche la compagna di partito Chiara Moroni. Che succede? I reduci della diaspora craxiana tornano per una volta sullo stesso fronte. È in atto, forse, un tentativo, l'ennesimo, di rimettere insieme i cocci del partito socialista che fu. D'altronde, come sostiene un'autorevole fonte del Nuovo Psi, «le battaglie sui temi dell'innovazione e della ricerca scientifica appartengono alla tradizione socialista. Giusto che si riparta da qui». Già, ma per andare dove? Una domanda cui probabilmente risponderà la direzione della RnP di domani, dove si deciderà se dare un'accelerazione sul versante lib-lab. Nel frattempo, però, il più preoccupato è Prodi. A metà pomeriggio, il presidente del Consiglio contatta telefonicamente Villetti. «Roberto, - esordisce il Professore dall'altro capo dell'apparecchio - tu sollevi un problema reale. Non credere che io sia insensibile al tema. Guarda che il sottoscritto e Tommaso (Padoa Schioppa, ndr) siamo due docenti universitari». Fatta la dovuta premessa, il premier tenta di mediare: «Capisci che abbiamo mille richieste. Siamo assediati. Ma ti prometto che faremo qualcosa». Villetti ringrazia per l'attenzione, ma fa capire al suo interlocutore che attende notizie dal vertice tra i ministri Mussi e Padoa Schioppa sui fondi per la ricerca scientifica. Notizie che giungono in serata. Ci sono centodieci milioni di euro in più. «Abbiamo fatto un passo in avanti, ma occorre uno sforzo ulteriore», dichiara il ministro dell'Università. Gli uomini della Rosa però non mollano. Villetti non scioglie la riserva. Almeno non prima di aver convocato il suo gruppo e «aver fatto tutti i conti». E tra i suoi c'è già chi non dà scontata la fiducia. Nel caso, oramai probabile, il governo la ponesse.