Comuni all'attacco
Unica voce fuori dal coro, quella dei sindaci, che speravano, soprattutto nelle città a maggiore concentrazione di flussi turistici, di trarre una boccata d'ossigeno dall'introduzione di questa tassa. Il commento di Leonardo Domenici, sindaco di Firenze e presidente dell'Anci, l'Associazione dei comuni italiani, non lascia adito a dubbi: «Sul contributo turistico il comportamento del governo è stato dannoso e incomprensibile. Un avanti e indietro che oggi si conclude con la semplice cancellazione del provvedimento. Si era detto più volte - prosegue Domenici - della disponibilità a discutere e a concertare anche con le categorie interessate, in modo che questo provvedimento non avesse carattere di tassa punitiva verso il turismo, ma di contributo facoltativo finalizzato alla manutenzione, pulizia, sorveglianza, organizzazione dei servizi, nell'interesse stesso dei visitatori e degli operatori turistici. Questa possibilità di confronto non c'è stata». Per Domenici «ora molti Comuni non avranno alternative e dovranno per forza ricorrere all'aumento dell'addizionale Irpef, che ricade esclusivamente sui residenti». Anche l'assessore del Comune di Roma al Bilancio, Marco Causi, osserva che «l'aumento della spesa turistica ha portato e porta un consistente aumento del gettito tributario nelle casse dello Stato, mentre gli inevitabili costi pubblici generati dai movimenti turistici sono totalmente a carico delle città e dei cittadini. A questo punto, ci aspettiamo dal governo e dalla maggioranza proposte concrete e politiche fattibili per continuare a perseguire un equilibrio alto fra aumento del turismo e qualità della vita di tutti, compresi i turisti, a Roma». Soddisfatto il presidente di Federturismo-Confindustria, Costanzo Iannotti Pecci, quello di Assoturismo-Confesercenti, Claudio Albonetti, il presidente di Confturismo-Confcommercio, Bernabò Bocca, le associazioni che rappresentano le agenzie di viaggio, Fiavet e Assotravel.