A Palazzo Madama si votano le pregiudiziali sul decreto fiscale, l'Unione rischia la «spallata»
Terreno dello scontro il decreto fiscale che comincia il suo iter nell'Aula di Palazzo Madama. All'ordine del giorno due voti: quello sulle pregiudiziali di costituzionalità presentate dalla Cdl e sulla sospensiva. L'Unione trema, l'opposizione ci spera. Spera di riuscire, finalmente, ad assestare la famosa «spallata» che costringerebbe Prodi a fare le valigie. Passasse una delle pregiudiziali, infatti, l'intero decreto decadrebbe e, a quel punto, anche l'impianto della Finanziaria verrebbe messo in discussione. Sarà per questo che nessuno dei due schieramenti vuole lasciare spazio all'improvvisazione. Sulla carta, dopotutto, i numeri evidenziano una sostanziale parità: 156 a 156. Un conteggio da cui vengono esclusi, oltre al presidente Franco Marini (che normalmente non vota), gli indipendenti Luigi Pallaro e Sergio De Gregorio, e i sette senatori a vita. Insomma la partita è «apertissima» anche se, come spesso accade in queste occasioni, le squadre preferiscono fare «melina». E, mentre l'Unione garantisce la compattezza della coalizione, la Cdl si «nasconde». «L'unica strategia possibile - spiega il senatore azzurro Lucio Malan - è votare tutte le volte che si può votare ed essere uno più di loro». Nessuna trattativa nascosta, quindi, anche se c'è chi giura che sottobanco qualcosa si stia muovendo. E forse non è un caso che Silvio Berlusconi abbia assicurato la propria presenza a Palazzo Madama nonostante, chi l'ha visto in questi giorni, è pronto a giurare che l'ex premier abbia messo da parte l'idea della «spallata» e punti, invece, ad un'implosione della maggioranza, magari in primavera. «Certo - continua Malan - se ci fosse lo spazio per un voto segreto, ma mi sembra molto difficile, quasi impossibile». Già perché, nel segreto dell'urna, tutto potrebbe accadere. «I maldipancia all'interno della maggioranza ci sono, e più di uno» è il leit motive che recitano nella Cdl. «Non è escluso - ipotizza Maurizio Saia di An - che qualcuno utilizzi il voto sul decreto fiscale per mandare un segnale al governo in vista del passaggio della Finanziaria al Senato». Ma anche nel centrodestra è chiaro che il voto sulle pregiudiziali potrebbe slittare a domani o forse anche a giovedì. Ci sono da discutere anche le sospensive del testo. E poi il blitz è stato troppo annunciato. al punto che la maggioranza ha già pronte le contromisure. Nell'Unione si ostenta sicurezza e, anche se non nega che il voto sulle pregiudiziali sia importantissimo, il presidente dei senatori del Prc Giovanni Russo Spena sorride. «La Cdl - spiega - punta tutto su questo, dopo aver alzato il polverone sui 5-6 senatori dell0Unione che sarebbero passati con loro. Ma io, né i miei colleghi abbiamo sentore di queste avvisaglie. Anche Dini ha chiarito e ora tutto mi sembra filare liscio». Insomma, per Russo Spena si tratta «solo di tattica: la Cdl vedrà cosa succede sulle pregiudiziali, se la maggioranza tiene o mostrerà qualche crepa. Dopodiché una volta che la maggioranza dimostrerà la sua compattezza, farà di tutto per costringerci a porre la fiducia e poi poter gridare allo scandalo. Ma noi siamo abbastanza tranquilli, i numeri ci sono». Un'idea condivisa anche dal presidente della commissione Bilancio del Senato, il diessino Enrico Morando, secondo cui il fatto che «la maggioranza non ha presentato nemmeno un emendamento è il segno della nostra compattezza». E, mentre l'azzurro Giuseppe Vegas auspica già il confronto tra i due poli («L'importante è che non si ponga la fiducia, e noi siamo disponibili»), tutti attendono trepidanti quello che accadrà stamattina. Dopotutto, anche nel 1998, l'Unione ostentava sicurezza poi, per un solo voto, Prodi «perse la cappa».