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Mentre il vicepremier va a Kabul i suoi collaboratori lo attendono in Cina

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Un aereo che ha condotto lui, i funzionari del ministero e i giornalisti a Kabul è partito venerdì sera da Ciampino. Ma siccome il vicepremier e ministro degli Esteri dovrà recarsi a Pechino, dovrà essere assistito da altri diplomatici. Che appunto sono stati fatti decollare da Roma ieri questa volta per la Cina. Dunque, per far compiere la missione al capo della Farnesina sono stati necessari due voli di Stato. Intanto, D'Alema a Kabul, dove si è trattenuto solo poche ore, ha ottenuto un via libera da parte dell'Afghanistan per una conferenza internazionale sul futuro del Paese. E ha ribadito, per l'ennesima volta, che non ci saranno ritiri delle truppe: «Non possiamo abbandonare l'Afghanistan. Una sconfitta della democrazia in questo Paese sarebbe molto grave per tutta la comunità internazionale». D'altro canto la stessa Farnesina faceva notare che «l'obiettivo della visita, che si colloca in una fase delicata sotto il profilo della situazione di sicurezza del Paese, è quello di ribadire il sostegno italiano alla ricostruzione e contribuire ad una riflessione congiunta con i partner internazionali sul consolidamento delle istituzioni democratiche e sulla stabilizzazione». Il capo della diplomazia italiana ha incontrato anche il presidente afgano Hamid Karzai e nel corso di una conferenza stampa ha voluto «ringraziare tutti gli italiani, militari e civili che a Kabul ed Herat stanno contribuendo con impegno e sacrificio al raggiungimento degli obiettivi di pace e stabilità. Il titolare della Farnesina ha sottolineato «il senso di gratitudine» dell'Italia per il lavoro che questi italiani stanno facendo in Afghanistan. Ora comincia la seconda parte dlela sua missione e di tutt'altro aspetto. D'Alema è già giunto a Pechino, due mesi dopo la missione di Romano Prodi conclusasi in maniera sfortunata. Il suo viaggio aveva l'obiettivo non dichiarato di segnare un cambio (soprattutto mediatico) di linea rispetto al governo precedente. Doveva servire per mandare un messaggio all'impresa del cambio di passo da parte delle istituzioni nei confronti del Paese della Grande Muraglia che rappresenta la grande opportunità economica. È finito per essere il viaggio del caso Telecom, con le rivelazioni del piano Rovati, e le successive polemiche. Naturalmente il vicepremier spera che la sua missione invece sia invece di tutt'altra immagine. Il livello degli incontri infatti è al top. Tra gli altri il primo ministro Wen Jiabao, il ministro degli Esteri Li Zhaoxing , e il consigliere di stato degli affari esteri Tang Jixuan. Con il suo collega cinese D'Alema presiederà la seconda riunione Riunione del Comitato Governativo Italia-Cina. F. D. O.

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