Damiano: «Ferrero? No problem»
Così il ministro del Lavoro, Cesare Damiano ha risposto a chi gli domandava se sul tema delle pensioni ci possano essere problemi con Rifondazione Comunista, dopo il voto negativo espresso venerdì dal ministro Paolo Ferrero in Consiglio dei ministri sul Tfr. «È un voto negativo su un argomento -ha aggiunto Damiano- il governo procede sulla strada tracciata». Per quanto riguarda «le pensioni, affronteremo il tema -ha spiegato il ministro dell Lavoro- sulla base del memorandum firmato da me, Prodi e Padoa-Schioppa con i segretari generali di Cgl, Cisl e Uil». Il memorandum «prevede una cosa semplice: che si cominci dal primo gennaio, e non prima , e che il tutto si concluda entro marzo -ha ricordato Damiano- questo memorandum è la linea guida a cui intendo attenermi, non per fare cassa con le pensioni, ma per tenere il sistema in equilibrio». Rispondendo poi ad una domanda dei giornalisti sulla legge Biagi, il ministro Damiano ha ribadito che «le normative e le leggi che sto portando avanti non sono singoli episodi, sono il disegno dell'Unione». «Noi -ha affermato- stiamo camminando lungo una rotta precisa, concreta, graduale e riformista». Novità in arrivo anche per i dipendenti della pubblica amministrazione che finora sono stati tagliati fuori dalla previdenza integrativa. Il ministro dell'Innovazione nella Pubblica Amministrazione Luigi Nicolais, ha sottolineato che la previdenza integrativa per il pubblico impiego potrebbe decollare già «alla fine di quest'anno». Attualmente nel pubblico impiego esiste solo il fondo integrativo per il comparto della scuola. «Sicuramente - ha spiegato il ministro - abbiamo fatto un passo avanti importante» dopo che il governo ha avuto sull'argomento «un primo incontro con i sindacati». Secondo Nicolais, «alcuni punti di criticità sono già stati individuati» quindi, dopo l'approvazione prevista entro l'anno il ministro ritiene che «nel 2007 si potrà introdurre in tutti i settori del pubblico impiego la previdenza integrativa». Sull'argomento Nicolais ha poi spiegato che «siamo un governo composito» quindi, se ci sono dissensi, questi «sono sui tempi di applicazione, non sul significato della previdenza complementare».