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di AUGUSTO PARBONI «L'AMNISTIA, se è mirata e selettiva, non può che essere considerata in maniera positiva».

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E proprio sull'allarme lanciato dall'organo di autogoverno dei magistrati il senatore senza mezzi termini afferma di sostenere l'ipotesi di applicare l'amnistia. Senatore, come interpreta l'allarme del Csm? «È sicuramente un segnale che va preso ben in considerazione. Soprattutto se si esaminano le difficili situazioni che devono affrontare ogni giorno i palazzi di Giustizia d'Italia». Perché sono al collasso con i procedimenti? «Esatto. Con l'amnistia si andrebbe a tagliare la maggior parte dei fascicoli che hanno sulla scrivania i magistrati». Il motivo dipende dai procedimenti aperti per reati minori? «Questo certamente è uno degli elementi che mette in ginocchio il lavoro del magistrato, che oramai non ha più la possibilità di garantire i termini previsti dalla giustizia». Quindi senatore condivide anche l'indulto? «Io sono stato uno dei pochi senatori di Alleanza Nazionale ad aver votato a favore del beneficio di legge. Adesso però abbiamo chiesto di poter capire di più sul fenomeno indulto». Che intende? «Siamo in attesa di avere i dati precisi dal ministro della Giustizia Clemente Mastella. Una volta in possesso dei numeri sarà possibile dare valutazioni precise». Il problema sollevato dal Csm è comunque molto serio. «Ne sono convinto, soprattutto se si mette a confronto con tutti i reati che come pena non superano i tre anni». Condivide un'amnistia dopo l'indulto? «Per quanto mi riguarda sicuramente. Spesso sono avvenuti casi del genere, quindi perché non dovrebbe accadere adesso».

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