La Cdl rinuncia all'ostruzionismo la maggioranza non ha scuse per la fiducia
Il vero problema è l'incapacità della maggioranza di far quadrare il cerchio degli emendamenti e di agire di concerto con il governo per trovare le risorse necessarie. Così ieri alla Camera durante il voto sull'Iva si è assistito a un balletto di riunioni e conciliaboli mentre la Cdl faceva quadrato per non fornire nessun appiglio al centrosinistra per mettere la fiducia. Tant'è che a fine giornata il presidente della Camera Bertinotti prima di uscire dall'Aula soffermandosi con un gruppetto di deputati della Cdl si è complimentato per la «intelligente tattica parlamentare». Poi rivolto a Fini, lì presente: «Con il presidente Fini siamo soliti ammiccare sulla professionalità politica dell'altro... E stavolta tocca a me dire chapeau». Fini sorride e poi, rivolto ai suoi colleghi, chiede divertito: «Almeno vorrei sapere di chi è stata l'idea di attuare questa tattica...». A fine vertice di maggioranza il risultato è scarso e non convince ancora tutti: il governo mette sul tavolo 600 milioni e lascia intendere per bocca del sottosegretario alla presidenza Enrico Letta che «potrebbe venir fuori qualcosa in più». E per tacitare le richieste dei gruppi della maggioranza, ancora insoddisfatti, era stata programmata durante la riunione di maggioranza, un'incursione del ministro dell'Economia Padoa Schioppa. Poi non se n'è fatto nulla e Padoa si è limitato all'intervento in Aula durante il quale ha ribadito le lodi alla Finanziaria «ambiziosa e migliorabile» che consente di rispettare gli impegni internazionali e «evitare che il problema del rientro nei parametri non pesi su tutta la legislatura». Letta durante la riunione ha confermato il proposito del governo di evitare la fiducia vista anche la volontà della Cdl di non fare l'ostruzionismo. I 600 milioni saranno reperiti dal governo con la riduzione dei fondi per Sviluppo Italia e per l'autotrasporto e la parziale rateizzazione delle spese della Difesa saranno destinati. Un'altra fonte di risorse sarebbe l'equiparazione delle tasse sulla telefonia fissa e mobile a carico delle aziende e ci sarebbero anche, come ha detto il ministro per i rapporti con il Parlamento, Vannino Chiti, altri tagli ai ministeri. La destinazione sarebbe: 90 milioni alla sicurezza e alla giustizia. 60 milioni al fondo per la non autosufficienza, 90 milioni per la mobilità sostenibile, 60 milioni per i lavoratori precari e 250 milioni per l'artigianato. Ma questi fondi scontentano un po' tutti a cominciare dal ministro dell'Interno Giuliano Amato che chiede maggiori risorse per la sicurezza e si dice «molto preoccupato». A fronte del maggiore stanziamento il Viminale è infatti tra i ministeri che dovranno tagliare del 13% le proprie risorse. «È difficile - ha commentato il ministro - ottemperare alla giusta richiesta di assicurare più sicurezza, non solo a Napoli ma all'interno Paese e soprattutto al Mezzogiorno se poi le risorse diminuiscono». Il pacchetto emendamenti maggioranza sarà però chiuso solo questa mattina, quando è prevista un'ulteriore riunione governo-maggioranza in cui si cercherà di ridurre al massimo le proposte di modifica del testo. Le premesse però non sono delle migliori. Ieri appena si è cominciato a votare il Bilancio il governo ha presentato un subemendamento scatenando le accuse dell'opposizione per aver dato solo 10 minuti di tempo per leggerlo e presentare eventuali modifiche. La partita delle modifiche non si chiuderebbe però alla Camera: il Senato potrebbe metter mano alla parte della manovra sulle piccole e medie imprese destinando a queste 250 milioni che arriverebbero dall'attivo Inail. Continuano intanto le proteste fuori dai Palazzi. I metalmeccanici sono sul piede di guerra con la Uilmconsidera la Finanziaria «confusa, sbagliata e inaccettabile