di GIULIO STRADA CONTINUA la valanga di proteste contro la Finanziaria.
Sul piede di guerra anche i laboratori di analisi accreditati che fermeranno l'attività il 13 novembre per «protestare contro la norma della Finanziaria che prevede di abbattere del 50% le tariffe di analisi ferme al 1996». Nello stesso giorno, alle ore 10, presso il Cinema Capranica a Roma, hanno organizzato la manifestazione nazionale dei laboratori di analisi accreditati (Cla). «Quello previsto in Finanziaria - afferma la presidente di Ursap-Federlazio (Unione Regionale Sanità Privata Accreditata) Claudia Melis - è un provvedimento che toglie al cittadino il diritto di scegliere la struttura dove fare le analisi per la prevenzione e cura della malattia e per la tutela della sua salute». I titolari dei laboratori di analisi annunciano che «continueranno ad oltranza lo stato di agitazione della categoria a livello nazionale, con un calendario di manifestazioni che saranno preventivamente comunicate». Proteste anche dalla Confartigianato (sulle imprese italiane - dice il presidente Cesare Fumagalli - sta per abbattersi «l'ennesima costosa complicazione burocratica» in materia fiscale: un emendamento del Governo alla legge Finanziaria abolisce l'automatismo nella compensazione tra crediti e debiti d'imposta) e dai Giudici di pace («La nuova tassa sui ricorsi è chiaramente antisociale e graverà soprattutto sui ceti più deboli, dissuadendo le fasce della popolazione meno abbienti dalla proposizione dell'opposizione avverso le sanzioni meno gravi ma non per questo meno meritevoli di giustizia»). Alzano la voce le Province. «Abbiamo verificato la situazione degli emendamenti sul patto di stabilità, scoprendo che la situazione per gli enti locali è peggiorata, invece che migliorare, per questo non parteciperemo più alle conferenze che riguardano la Finanziaria, finchè non saremo convocati dal governo per un chiarimento». Lo annuncia Fabio Melilli, presidente dell'Unione delle Province italiane (Upi), al termine della riunione della Conferenza unificata che ieri doveva discute del parere sulla Finanziaria. «Ricordo- prosegue Melilli- che il governo Prodi si era impegnato a ridurre i tagli per Comuni e Province, mentre ora ci ritroviamo con 40 milioni in meno rispetto al previsto. Non è questo il modo di procedere su una manovra che doveva essere improntata al dialogo e alla concertazione». A gettare acqua sul fuoco è intervenuto il ministro degli Affari regionali Linda Lanzillotta: «Le Province sono ancora preoccupate: non vedono tradotte in norme quanto era stato concordato, ma il ministero dell'Economia ha assicurato che gli impegni presi rimangono in vigore, si stanno studiando le modalità tecniche legislative e finanziarie. È logico che finchè l'impegno non sarà tradotto in pratica le Province non saranno tranquille - ha conclusa il ministro - ma ritengo che possano esserlo».