di NICOLA IMBERTI LUI ci sarà.
Nonostante il suo ruolo istituzionale e, nonostante «non sia un giapponese», il sottosegretario non rinuncerà a quello che, alcuni esponenti della maggioranza, hanno già ribattezzato il «corteo-harakiri». Perché? «Io credo che il nostro governo deve stabilire, con i movimenti e le organizzazioni sociali, un rapporto più aperto e dialettico. Deve avere la pazienza di confrontarsi con queste realtà che è poi una delle condizioni per creare un consenso sociale più duraturo». E i movimenti? Cosa devono fare? «I movimenti non devono applicare gli schemi del governo amico o nemico, ma portare avanti le proprie istanze e proposte». Quindi quella di oggi è una manifestazione «propositiva»? «Quella di oggi è una manifestazione di forze sociali, non di forze politiche, per la lotta alla precarietà. Un tema su cui, il nostro governo, dovrebbe essere più sensibile del precedente, ma dobbiamo dimostrarlo». Lei lo dimostra scendendo in piazza? «Io sono convinto che l'immagine di questo governo sia legata alla lotta alla precarietà. Per questo continuo a battermi perché ciò sia evidente. Considero la piazza uno dei modi per far valere il proprio punto di vista. Dopotutto neanche Confindustria sta con le mani in mano». Cioé? «Cioè anche gli industriali fanno valere le proprie istanze e i propri punti di vista e trovano, all'interno del centrosinistra, una parte sensibile ai loro richiami». Nell'Unione, però, c'è chi dice che la Finanziaria ha già fatto molto per il precariato. «È vero, la Finanziaria fa alcune cose contro il precariato, ma si tratta di misure specifiche anche perché, non potrebbe essere altrimenti. Non fa, però, la cosa principale che è poi il punto per cui noi ci battiamo: realizzare una normativa che ribadisca la centralità del contratto a tempo indeterminato e superi, come è scritto nel programma dell'Unione, la legge 30». Il ministro Gentiloni vi invita a «stare attenti» perché, dice, così si rischia di rompere il patto di governo. «Il patto di governo è stato ribadito a villa Pamphili. Questa è una manifestazione che riguarda un punto preciso del programma». Si aspetta proteste contro l'esecutivo? «Probabilmente ci saranno, ma saranno minoritarie. È inevitabile che qualcuno voglia politicizzare occasioni come queste. Non esistono manifestazioni "bulgare", se non quelle organizzate dalle burocrazie di partito. Ma sono convinto che, più gente ci sarà, più sarà chiaro che quella di oggi è una manifestazione di chi vuole passare dalla protesta alla proposta».