di LUIGI FRASCA NON c'è pace per il ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa.
È diventato il capro espiatorio di una maggioranza che non riesce a superare i contrasti al suo interno e che scarica sul ministro di punta del governo tutte le sue contraddizioni. Così Padoa Schioppa non fa in tempo a mettere a punto la Finanziaria che ecco, nel corso di una notte, tutti gliela smontano. Anche i Ds che hanno fatto sempre quadrato attorno a lui si sono smarcati con il segretario Piero Fassino che ha ammesso la necessità di una revisione della Manovra. Che dire poi del Governatore Draghi che ha sottolineato l'eccessivo sbilanciamento della Manovra sul fronte delle imposte più che su quello dei tagli alla spesa. La tensione è salita a tal punto che Padoa Schioppa durante il summit di maggioranza a Villa Pamphili approfittando delle porte chiuse si è lasciato sfuggire una battuta al vetriolo in direzione di Draghi: «Prima di criticare farebbe meglio a leggersi le carte». Una frase che la dice lunga sul nervosismo del ministro. Tant'è che la polemica si è trasferita pure in famiglia con l'ex moglie, l'economista Fiorella Kostoris che ha criticato la Manovra e l'attuale compagna la giornalista Barbara Spinelli che invece ha fatto un peana al governo. Ma l'attacco più duro è venuto ieri dal quotidiano finanziario Financial Times. Il giornale ha stilato una graduatoria dei ministri delle Finanze dei dodici Paesi di Eurolandia. A spingere in fondo Padoa Schioppa è quella Finanziaria che al contrario, secondo le intenzioni del ministro e del governo, avrebbe dovuto essere il suo fiore all'occhiello, un prodotto gradito a Bruxelles e agli osservatori internazionali. Invece la sentenza del Financial Times è stata netta: il ministro italiano «ha incontrato difficoltà nel mettere in pratica quelle virtù di disciplina di bilancio che predicava quando era membro del board della Bce». Come dire che è facile fare il fustigatore delle decisioni altrui quando non si è nella cabina di regia. La bocciatura del quotidiano economico arriva a ridosso del declassamento da parte dell'agenzia di rating Fitch. Padoa Schioppa, scrive il Financial Times, si guadagna solo una stella perchè «ha scombussolato il mondo delle imprese e ha fatto ricorso a trucchi di bilancio ma probabilmente avrà successo nel tagliare il deficit». In vetta alla classifica c'è il collega austriaco Karl-Heinz Grasser con la motivazione che «ha assunto un ruolo guida all'interno ed è pieno di ottimismo», Jean-Claude Juncker del Lussemburgo, Didier Reynders, del Belgio e Gerrit Zalm dell'Olanda. Quest'ultimo viene elogiato in modoparticolare dal Financial Times: «È autorevole e ha rafforzato le finanze dell'Olanda. È considerato il ministro dei ministri delle Finanze». Padoa Schioppa è sorpassato anche dal collega greco, da quello francese, dall'irlandese, dal finlandese, dallo spagnolo e dal portoghese. Per tutti il Financial Times ha parole di stima e grande considerazione per l'operato che stanno svolgendo. C'è chi è «strenuo sostenitore della disciplina di bilancio», chi «è riuscito a portare avanti le riforme nonostante scioperi e proteste». Ma quando poi il quotidiano economico arriva a Padoa Schioppa allora picchia duro accusandolo addirittura di aver fatto ricorso a «artifici di bilancio». Ed è con questo biglietto da visita che il ministro si è presentato a Washington dove è insieme al collega Giuliano Amato per una serie di incontri istituzionali.