Piccole imprese contro la Finanziaria Le associazioni scendono in strada
Così oggi a Roma, cinque associazioni che li rappresentano: Confartigianato, Casartigiani, Cna, Confesercenti e Confcommercio si sono date appuntamento per lanciare un segnale all'Esecutivo e per chiedere al premier di fare marcia indietro su una serie di misure di inasprimento fiscale previste nella Finanziaria. La manifestazione che è stata intitolata Stati Generali della piccola inpresa per ora è solo un modo per siglare una sorta di patto tra le cinque associazioni, mai così unite nella loro storia, contro il Governo. Ma non è escluso che se non saranno ascoltate che possano scendere anche loro in piazza seguendo quanto già avvenuto con professionisti e tassisti. «Siamo diventati il centro focale della manovra finanziaria - ha spiegato a Il Tempo, Gian Carlo Sangalli, presidente della Cna - e sulle piccole imprese sta per ricadere un conto da cinque miliardi di euro. La manovra così come è strutturarata è solo una batosta alla tenuta del sistema imprenditorale italiano» ha concluso Sangalli. E a rincarare la dose è stato Giacomo Basso, presidente di Casartigiani che ha illustrato quali sono le misure maggiormente contestate: «L'unica cosa che abbiamo approvato è la riforma del Tfr sotto per le aziende sotto i 50 dipendenti. Ma restiamo critici sull'aumento dei contributi previdenziali, sulla riforma degli studi di settore che hanno preso la piega di un automatismo. E poi sull'incremento dei contributi per gli apprendisti». Misure inique che un primo effetto lo hanno ottenuto. «Per la prima volta viene tolto l'alibi per cui non era possibile concertare con il mondo del commercio e dell'artigianto perché troppo frammentato e diviso. Questo mondo ha trovato una voce univoca, bisognerà tenerne conto» ha concluso Basso. Le critiche arrivano anche dalla Confcommercio di Carlo Sangalli che ha puntato il suo dissenso sul metodo della concertazione seguita dal Governo. Secondo i commercianti l'esecutivo ha scelto di procedere con un metodo decisamente sbilanciato che ha coinvolto esclusivamente Confindustria e i sindacati, sottraendosi al confronto con larga parte del mondo delle imprese e del lavoro autonomo. In una nota l'associazione presieduta da Carlo Sangalli ha affermato che «questo sta diventando un copione consolidato che segna la fine della concertazione. Questa è una delle tante ragioni che stanno alla base della manifestazione congiunta con le altre organizzazioni delle Pmi e del lavoro autonomo per protestare contro la Finanziaria. La mobilitazione di ogg ha avuto un prologo ieri a Torino. Oltre 2.000 persone aderenti a sette associazioni del mondo del commercio e dell'artigianato piemontese (Api, Ascom, Casa, Cna, Confagricoltura, Confartigianato, Confesercenti) hanno manifestato contro la Finanziaria.