I nostri parlamentari si regalano le vacanze lunghe. Torneranno al lavoro il 7 novembre

Più che un ponte, quello del primo novembre per Camera e Senato sono diventate un anticipo delle ferie natalizie. Addio Finanziaria, addio le pensioni. Addio anche ai problemi della maggioranza. Addio, si chiudono i battenti, tutti con le famiglie e non per qualche giorno, nemmeno per il week end fiume. Di più, arriva il vacanzone. Il Senato tornerà a riunirsi martedì. Ma non domani, bensì il 7 novembre. La prossima settimana è saltata tutta in blocco. E se si considera che l'ultima volta che l'aula s'è riunita era il 26 ottobre, giovedì scorso, fanno in totale undici giorni di vacanza. Quasi due settimane. Alla Camera il discorso cambia. Di poco, però. Dopo le fatiche del decreto fiscale, anche Montecitorio ha pensato bene di far riposar le membra. Ma visto che in discussione adesso c'è la Finanziaria vera e propria, non si può esagerare troppo. E allora si diano da fare soprattutto (o forse sarebbe meglio dire soltanto) quelli della commissione Bilancio. L'aula, infatti, è vero che è convocata per oggi pomeriggio. Ma solo per una questione specifica: il ministro degli Esteri Massimo D'Alema deve andare a spiegare come mai al consiglio di sicurezza dell'Onu ha deciso di astenersi, e non di votare contro come ha fatto la gran parte dei Paesi occidentali, sulla candidatura del Venezuela di Chavez. Non ci saranno voti, dunque è facile immaginare che in aula a parte il titolare della Farnesina ci sarà qualche aficionado e nulla più. La commissione Bilancio invece è convocata tutti i giorni per la Finanziaria: sedute previste oggi, domani, giovedì e venerdì. È il minimo, però. La Manovra infatti deve andare poi al Senato e, se ci saranno modifiche, tornare a Montecitorio per essere approvata perentoriamente entro la fine dell'anno. Dunque non c'è da stupirsi se i deputati lavorino alacremente in questi giorni, sarebbe pericoloso se non lo facessero. Onore al merito, infine, alla commissione Ambiente presieduta da Ermete Realacci (Margherita). Pur non avendo impellenze ha fissato una seduta per domani. All'ordine del giorno ci sono un po' di audizioni informali sulle prospettive della «conferenza mondiale sul clima» di Nairobi: stavolta tocca a Enea, Cnr e associazioni. Tuttavia, anche l'aula presieduta da Fausto Bertinotti dovrebbe tornare a riunirsi, fatta eccezione per la seduta di oggi dedicata a D'Alema, il 7 novembre. Consentendo così alla maggior parte dei deputati di farsi una decina di giorni di vacanze. Anche se non c'è ancora nessuna decisione formale, fa fede quello che ha detto nell'ultima seduta proprio il presidente che ha fissato il programma dei lavori direttamente con il mese di novembre. E dire che la Camera ha scadenze a breve: entro il 14 novembre deve approvare il decreto Iva sulle auto, entro il 21 quello sulle intercettazioni telefoniche altrimenti decadono. Va bene, il ministro Rutelli aveva proposto di non concentrare le ferie in un solo periodo, in quello estivo per esempio: «Si tratta di capire - aveva detto a settembre - come distribuirle nell'arco dell'anno. Nella scuola per esempio, si può ragionare insieme se è giusto che i tre mesi di vacanze siano concentrati nel periodo giugno-agosto, oppure se non sia il caso di avere una parte maggiore di vacanze distribuite nel corso dell'anno». Giusto, ma le Camere sono andate in vacanza anche in estate. E non per qualche giorno, per oltre un mese e mezzo. Il Senato aveva appeso il cartello «chiuso per ferie» dal 28 luglio al 13 settembre (47 giorni), la Camera dal 2 agosto al 19 settembre (48 giorni). E le medie parlano chiaro. Nei 185 giorni lordi (dunque, compresi festivi, domeniche e altro) l'aula di Palazzo Madama ha svolto 65 sedute con una media di una seduta ogni 2,8 giorni. Si tratta di un dato indicativo, perché in realtà l'aula presieduta da Franco Marini sulle 65 totali, ha tenuto ben 31 sedute doppie: per 31 volte, cioè, s'è riunita sia la mattina che il pomeriggio. Quella di Montecitorio invece si è riunita 60 volte con una media di meno di