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Bavagli e punti di vista

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Non si può ridere neanche sull'Islam

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Fra le prestigiose risposte arrivate alla testata diretta da Giuliano Ferrara, come quelle di Fabrizio Del Noce, Michele Serra e Carlo Freccero, nessuna ha negato la possibilità di mandare in onda sketch sull'argomento, a patto di non cadere nel blasfemo. I precedenti nella nostra televisione sono solo due, ed entrambi hanno suscitato strascichi polemici e diplomatici. Nel 1985 nel fortunatissimo programma di Renzo Arbore «Quelli della notte» appare Andy Luotto che interpreta, in maniera grottesca, uno sceicco arabo e il suo incomprensibile e maccheronico slang. La cosa, però, non è gradita da varie ambasciate mediorientali che protestano ufficialmente. Alla fine, gli autori del programma, sono costretti a eliminare il personaggio. L'altro precedente risale alla puntata di Fantastico 7 andata in onda sabato 22 novembre 1986. Quella sera uno sketch del trio comico Marchesini-Lopez-Solenghi prende in giro l'Ayatholla Khomeini. L'Iran-Air chiude immediatamente i voli per l'Italia, e a Teheran ci sono seri problemi per l'Ambasciata e per l'Istituto italiano di cultura, uno dei pochissimi centri culturali stranieri ancora aperti nella capitale mediorientale. In breve però, grazie soprattutto al lavoro della diplomazia, l'incidente si chiude e i tre comici riprendono a lavorare per la Rai. Per il resto, non appaiono grandi esempi di satira sulla cultura islamica nella nostra televisione, neanche fra quei comici che non tardano mai a dileggiare potenti e politici. Certo, il programma di Italia Uno Le Iene, si è lanciato a sbeffeggiare, con i suoi due conduttori Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, Osama Bin Laden e Saddam Hussein, segretamente innamorati l'uno dell'altro. Ma è cosa ben diversa deridere terroristi e criminali universalmente riconosciuti, piuttosto che criticare con la satira una cultura. Per restare in tema, il 26 ottobre, i responsabili del quotidiano danese Jyllands-Posten sono stati assolti dal tribunale del loro Paese dall'accusa di avere offeso la religione islamica con la pubblicazione, nel settembre del 2005, delle controverse caricature su Maometto. Il giornalista danese Flemming Rose, invece, ha ancora sulla testa la Fatwa per averle pubblicate ed è costretto a vivere in clandestinità.

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