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La lettera dell'ex capo dello Stato Francesco Cossiga

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Caro Casini, fai sapere qual è la posizione dei tuoi senatori

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Il deputato Mantovano dell'Udc di cui tu sei Presidente, è insorto quando io ho affermato che non vi era alcun pericolo che al Senato la legge finanziaria non fosse approvata, perché essendo quest'evento catastrofico per la situazione economica interna del Paese e per la sua posizione internazionale, oltre a tutti i senatori a vita, e anche i senatori dell'Udc, partito che si è dissociato dalla «opposizione dura» della Casa delle Libertà e che praticamente è uscito da essa e comunque ne ha denunciato l'esaurimento, l'avrebbero votata per senso dello Stato e per spirito di responsabilità. Non credo di aver affermato nulla d'offensivo e neanche d'azzardato. Conosco appunto il senso dello Stato e lo spirito di responsabilità tuo e del Segretario nazionale Cesa, e non posso credere che, dopo aver fatto di tutto per modificare la legge finanziaria, voi, se decisivi, vi rifiuterete di votarla e quindi di farla approvare in Senato per scongiurare il caos, la iniziativa pericolosa di governi tecnici o istituzionali, e il pericolo di elezioni anticipate e che, oltre a «sospendere» il governo del Paese in un momento estremamente delicato della situazione interna e internazionale, sarebbero al «buio», perché la crisi della Cdl non prospetta neanche un'alternativa valida di governo. Penso che comunque sia doveroso che tu quale Presidente o l'amico Cesa quale Segretario dell'Udc precisiate in modo chiaro e definitivo quale sarà l'atteggiamento dei senatori del vostro partito in Senato, qualora i loro voti fossero necessari nella votazione finale per far approvare la legge finanziaria presentata dal Governo Prodi. Con affetto e con amicizia, Francesco Cossiga

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