Il sindaco di Roma a Matrix
Prima gli contestavo delle ambiguità, poi il nostro rapporto ha subito un'accelerazione con l'elezione di Ciampi. Da lui comprerei una macchina usata. A volte abbiamo opinioni condivise come il voto agli immigrati e la posizione su Israele, altre volte no». A dichiararlo è stato il sindaco di Roma Walter Veltroni, intervistato ieri sera da Enrico Mentana. Veltroni ha rievocato anche la sua esperienza da vicepremier. E spiega che «è stata un'esperienza straordinaria, bellissima. Con Romano Prodi ho lavorato benissimo perché eravamo proiettati verso lo stesso obiettivo. Ma, se ripenso a dieci anni fa - ha sottolineato - vorrei avere l'esperienza che ho oggi. Perché se pure come Ministro ho fatto bene, l'esperienza da sindaco mi ha insegnato a capire il rapporto che c'è tra la decisione amministrativa e la vita reale. Questo spesso manca a chi prende decisioni, per cui spesso si ricorre ai sondaggi per capire quali sono le esigenze della gente. Io l'ho imparato soprattutto da sindaco». Il primo cittadino ha anche parlato del suo futuro: «Non sono uno che ha voglia di restare appeso al sipario per tutta la vita. Se ci sarà l'opportunità di essere utile al paese mi darò da fare. Ma so quali sono i miei limiti e le mie virtù. È un problema di motivazioni. Farò quello che il cuore e la testa mi diranno di fare». «In questo momento c'è una fragilità della politica. Al Paese necessitano schieramenti che abbiano la capacità di unire e aggregare, avendo la coscienza dei propri limiti», ha proseguito Veltroni. E ancora: «In Italia ci sono due schieramenti che sono stati fatti l'uno contro l'altro, perché così è stato costruito il sistema elettorale. Il bipolarismo italiano è fatto dall'odio e dal desiderio di annientamento. È una cosa tutta italiana e non ha nulla a che fare col sano bipolarismo delle democrazie europee». Di qui l'idea di Veltroni: «Il salto di cui parlo consiste nel formare due schieramenti che però abbiano maggioranze coese nella necessità di operare per il bene del Paese e non uno contro l'altro». «Oggi è difficile prendere una decisione per chi governa il Paese. Ecco perché è necessaria una democrazia moderna che abbia un nuovo equilibrio. Una democrazia che prenda decisioni e sia controllata. Non si può passare di cinque anni in cinque anni senza che nel Paese si siano realizzate opere, come la Salerno-Reggio Calabria o la Pedemontana», ha detto il sindaco. «Anche la sinistra - ha aggiunto - in tal senso deve fare un salto. Serve un colpo di reni, ma certo tutto questo non si può fare in un Paese che ancora, ad esempio, non ha risolto il conflitto d'interessi». Nel corso della trasmissione «Matrix» il sindaco Veltroni si rivede nei panni di vicepresidente del Consiglio. È il 1996, e lui annuncia che il governo sta per varare la riforma delle pensioni. «Ha cambiato idea?», gli chiede Enrico Mentana. «No - risponde Veltroni - sono ancora convinto che il Paese ha bisogno di un nuovo stato sociale, e il tema delle pensioni è un tema da affrontare perché altrimenti migliaia di giovani precari si troverebbero senza garanzie». «Bisogna avviare una stagione di grandi riforme - dice Veltroni - ma occorre un sistema politico in cui sia possibile prendere decisioni».