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E Francesco sigla la tregua con i parisiani

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Raggiunta l'intesa sul regolamento. La partita si sposta sulle mozioni congressuali

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Ma resta aperta la questione più politica, cioè se presentare una mozione unitaria, come auspicano Francesco Rutelli e gli ex Ppi, o andare a mozioni contrapposte come minacciano i parisiani. La trattativa era iniziata giovedì mattina. Ma solo ieri dopo un incontro a quattr'occhi tra Francesco Rutelli e Arturo Parisi, a margine del Consiglio dei ministri, la soluzione è sembrata a portata di mano. Merito anche della «moral suasion» di Romano Prodi, che ha insistito con i parisiani per una soluzione condivisa. Così mentre la Direzione del partito veniva rinviata, le trattative proseguivano in un vertice ristretto nell'ufficio del capogruppo ulivista alla Camera Dario Franceschini. Alle 15 l'ipotesi di accordo è pronta, i parisiani si radunano per valutare la proposta e, dopo un'ora scendono alla Direzione sancendo l'intesa raggiunta. Sul piano del tesseramento l'accordo prevede che per votare ai congressi comunali gli iscritti dovranno presentarsi con il documento d'identità e con un certificato elettorale che nel frattempo il partito invierà loro. I dati saranno trascritti in appositi tabulati. «La soluzione adottata - commenta l'ulivista Franco Monaco - è accettabilmente rigorosa, seppur non è quella da noi proposta». Un altro punto caro agli ulivisti, recepito dal regolamento, è che i congressi si faranno su mozioni, che potranno quindi essere più d'una. Termine per la presentazione il 20 novembre. Ma non è stata accolta la loro richiesta di un collegamento delle liste alle mozioni sin dal livello comunale; ciò avverrà solo a livello di congressi regionali e nazionale. Questo significa che in caso di mozione unitaria le quote, o «rappresentanze garantite» come amano definirle gli ulivisti, saranno possibili solo da questi ultimi livelli. I «parisiani» negano di essere interessati alle quote e ribadiscono che il loro obiettivo era «un congresso politico, dove si discuteva su mozioni». Un obiettivo raggiunto il che li rende, ovviamente, soddisfatti. E anche Rutelli esprime tutta la propria soddisfazione, dicendo di «confidare» ora in una mozione unitaria. Stesso auspicio di Enrico Letta, grande mediatore tra maggioranza e parisiani, dopo aver confermato l'asse di Chianciano con Francescini e Fioroni. Ora si apre la partita politica che dovrà chiudersi entro il 20 novembre. Parisi e i suoi sono tentati da una mozione iper-ulivista (scioglimento del partito ed ingresso nel Partito democratico come singoli); il che può essere anche una minaccia in caso di trattativa per una soluzione unitaria. L'argomento di Rutelli contro questa ipotesi, però, è forte: una mozione del genere, che nella Margherita otterrebbe il 5%, aiuterebbe il Partito democratico e il governo o li danneggerebbe?

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