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Del Mese: «Sulla nuova Irpef partita aperta»

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E soprattutto per fare il punto su come è stata comunicata la Finanziaria ai cittadini». Paolo Del Mese (Udeur) presidente della Commissione Finanze della Camera è ottimista sul risultato del vertice di maggioranza fissato per oggi. È un vertice che si svolge in un clima difficile e che potrebbe condizionare l'impostazione della Finanziaria? «È un momento delicato per la maggioranza ma non difficile come l'opposizione vorrebbe far credere. Soprattutto c'è in tutti i partiti la volontà di superare le difficoltà». I problemi ci sono eccome se Prodi ha sentito l'esigenza di convocare questa riunione. «Al di là delle differenti visioni che ci possono essere tra i partiti della coalizione tutti siamo concordi che questa è una Manovra ottima che va nella direzione dello sviluppo del Paese. Capisco la strumentalizzazione da parte dell'opposizione e c'è in parte una responsabilità da parte della maggioranza nel non aver meso nella giusta luce gli aspetti positivi della Finanziaria. Ripeto: ci possono essere visioni un po' diverse dentro la maggioranza ma è anche vero che la Manovra va nella direzione indicata dal Documento di programmazione economico che è stato sottoscritto da tutti. Quindi alla fin fine nessuno ha tanti motivi per lamentarsi. Quanto è stato indicato nel programma dell'Unione si trova nella Manovra. Non si può quindi dire che è una Finanziaria punitiva verso alcune categorie. I redditi fino a 45.000 euro sono salvaguardati». Eppure è proprio il pacchetto fiscale, a cominciare dalla nuova Irpef, al centro della polemica. Se ne parlerà al vertice di maggioranza? «Il motivo del vertice è strettamente politico ma non è escluso che si possano affrontare alcune tematiche spinose». C'è qualche ipotesi di modifica degli scaglioni della nuova Irpef? «In Commissione più volte si è discusso sull'ipotesi di rivedere le aliquote sui redditi più alti per agevolare quelli più bassi. Visco ne ha sempre parlato ma non mi risulta che al momento il Governo abbia assunto iniziative o preparato emendamenti a questo proposito. Io non sarei contrario». Il governo è stato costretto a mettere la fiducia sul decreto fiscale e questo è un segnale di debolezza. «La maggioranza ha fatto il possibile per non arrivare a porre la questione di fiducia ma l'ostruzionismo dell'opposizione ci ha costretto a farlo. Forza Italia e Alleanza Nazionale da una parte si dicevano disponibili a dialogare ma in realtà era tutta una finzione». Pensate siano possibili larghe intese qualora ci fossero problemi per la Finanziaria in Senato? «Noi le abbiamo sempre auspicate su singoli temi di interesse generale senza per questo mettere in discussione l'attuale maggioranza. Manifestazioni come quelle di Vicenza e le risse scatenate in Aula non facilitano il dialogo e poi offrono al Paese uno spettacolo poco dignitoso». L.D.P.

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