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Tra Ds e Rifondazione è guerra delle pensioni

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Fassino ribadisce la necessità di una riforma. Migliore (Prc): «Non si può cambiare ogni anno»

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Lo scontro tra i due partiti della maggioranza si consuma, ancora una volta, sul delicatissimo nodo delle pensioni. Ad accendere la polemica il segretario della Quercia Piero Fassino che, in un'intervista al Corriere della Sera, si è detto convinto che «il colpo di reni» chiesto nei giorni scorsi si «stia facendo». Fassino indica però anche quelle che, secondo lui, solo le priorità che la maggioranza dovrà darsi nei prossimi mesi. Si tratta, dice, di «cinque gradi riforme»: pensioni, pubblica amministrazione, federalismo fiscale, mercato del lavoro e liberalizzazioni. « «Credo che il vertice di sabato voluto da Prodi - aggiunge - sarà l'occasione per rendere evidente la qualità della Finanziaria e la strategia di medio periodo del centrosinistra. Metteremo a punto come sostenere la Finanziaria in Parlamento e l'agenda delle cinque grandi riforme». Parole che non piacciono affatto al presidente della commissione Cultura della Camera e deputato di Rifondazione Pietro Folena. «È davvero sconfortante l'accanimento del segretario dei Ds Fassino contro i futuri pensionati - commenta -. È già la seconda volta in poche settimane che pone l'innalzamento dell'età pensionabile come prima priorità del "riformismo"». «Mi pare - aggiunge - che la dirigenza dei Ds sia molto impegnata in questo momento ad ascoltare le sirene di Confindustria su tfr, pensioni, privatizzazioni... e ben poco quelle degli elettori del centrosinistra. Davvero sconfortante». Ma Folena probabilmente non sa che, proprio mentre attacca Fassino, sul sito di Repubblica, un sondaggio della società Ipr marketing indica proprio nella riforma delle pensioni la seconda priorità (la prima è la sanità) che gli italiani (il 34%) vorrebbero veder affrontare dal governo nei prossimi tre mesi. E, mentre il ministro per lo Sviluppo Economico Pierluigi Bersani assicura i sindacati che la «trattativa» sulle pensione non comincerà prima di gennaio («Noi siamo abituati a rispettare i protocolli»), il responsabile economico della Quercia Antonello Cabras replica a Folena. «Desta qualche preoccupazione, che speriamo di superare in fretta - dice -, lo sconforto che ha colpito l'onorevole Folena, presidente di una importante commissione parlamentare. La lotta alla precarietà nel lavoro, una migliore e certa previdenza anche per gli anziani di domani, fanno parte di un insieme di riforme decisive per il futuro. Il programma dell'Unione dice questo e Fassino non ha fatto altro che richiamarlo». Ma le frasi di Cabras non placano la polemica. A stretto giro di posta interviene anche il capogruppo del Prc alla Camera Gennaro Migliore che non usa giri di parole: «Basta con le riforme alle pensioni ogni anno. Siamo contrari ad un aumento generalizzato dell'età pensionabile mentre occorre applicare quello che abbiamo scritto nel programma e cioè l'abolizione dello scalone e l'aumento delle pensioni minime». Il capogruppo del Prc sottolinea come la strada da seguire sia quella di una discussione che eviti «di infilarsi in vicoli ciechi come vorrebbe Confindustria, più attenta ai redditi individuali che allo sviluppo del Paese». «La maggioranza - conclude - sta lavorando bene anche con le sirene avverse. Si prosegua sulla strada dell'equità e dello sviluppo. Diamo un'anima alla nostra azione. Per noi il lavoro del Governo sta nella capacità di cambiamento del Paese come abbiamo scritto nel programma».

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