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Pecorella (FI): «Va ritirato»

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Dl intercettazioni

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Forza Italia invece, con il capogruppo in commissione Giustizia Pecorella ne chiede il ritiro. Gran parte dell'Unione vorrebbe modificarlo. Anche a costo di farlo decadere. Il decreto sulle intercettazioni - ora all'esame della commissione Giustizia di Montecitorio - torna al centro del dibattito politico. E divide i poli. Soprattutto dopo la notizia che anche il premier, in particolare la sua situazione tributaria, era stato più volte spiato. Quasi tutti i deputati dell'Unione, che fanno parte della commissione presieduta da Pino Pisicchio (Idv) ritengono invece che il testo vada cambiato. E per questo hanno chiesto di anticipare al massimo i tempi del dibattito in aula sfruttando anche il periodo di solito dedicato alla Finanziaria. «Il decreto - spiega il responsabile Giustizia Dl Tenaglia - ha i requisiti della necessità e urgenza, quindi non c'è alcun motivo per ritirarlo. Ma va discusso al più presto e modificato». E dello stesso avviso sono anche il capogruppo dell'Idv in commissione Federico Palomba, il vicepresidente della commissione Giustizia Daniele Farina (Prc) e la responsabile Giustizia dei Verdi Paola Balducci. Quest'ultima, insieme a un altro responsabile Giustizia - quello dello Sdi, Enrico Buemi - chiede anche con forza l'istituzione immediata di una commissione d'inchiesta. «Dopo tutto quello che è successo in materia di intercettazioni illegali e di diffusione di notizie frutto di dossier con finalità criminali ed eversive - osserva Buemi - vorrei sapere come mai non si proceda rapidamente al varo di una commissione d'inchiesta che faccia luce su quanto è accaduto in questi anni, indicandone i possibili rimedi». E d'accordo con la commissione d'inchiesta è anche Chiara Moroni (FI) che la chiede a gran voce soprattutto dopo «l'ultima vicenda che vede come protagonista Prodi». Mastella invece difende la "sua creatura" dichiarando che, sia il decreto sia il disegno di legge sulle intercettazioni «si muovono con equilibrio».

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