Il presidente della Repubblica al Lingotto di Torino
Tanto più quando dietro può nascondersi la malizia del gioco politico. Così sabato scorso quando a Vicenza Silvio Berlusconi disse che «è uno di loro», uno della sinistra che ha occupato le istituzioni, ci rimase male. Ma non regì. Sperava probabilmente in un chiarimento che, evidentemente, non c'è stato. Così ieri ha tenuto a ribadire in pubblico di essere un capo dello Stato super partes. «Rappresento tutto il popolo italiano», lo ha fatto secondo il suo stile e senza far sembrare la sua affermazione una contrapposizione a qualcuno in particolare. Lo ha semplicemente detto in un brevissimo inciso e a conclusione dell'appassionato intervento al Lingotto di Torino, dove ha inaugurato l'incontro delle comunità del cibo «Terra madre», in una sala che gli ha riservato un'accoglienza calorosa, alzandosi in piedi al suo arrivo per tributargli un lungo applauso. Una risposta indiretta, attraverso i fatti, il presidente l'aveva già data durante la visita nel capoluogo piemontese. Ieri, incontrando il Rettore dell'Università di Torino, che ha dato una tiratina d'orecchi alla maggioranza di centrosinistra sulla Finanziaria dicendo che si aspetta una correzione per trovare i fondi necessari ad assicurare i compensi ai precari dell'università. Ieri mattina al Politecnico si è trovato di fronte a una manifestazione dei precari e ha ribadito ancor più nettamente la richiesta, dicendo che «spetta al Parlamento» trovare quei fondi. Un'altra affermazione, tutt'altro che di parte l'ha fatta poco dopo al Campus dell'Onu. Ha ribadito la fedeltà dell'Italia ai Valori del multilateralismo, gli impegni verso l'Onu e ha sottolineato l'importanza del riconoscimento che il nostro Paese ha ottenuto con il seggio biennale non permanente al Consiglio di Sicurezza. Napolitano ha tenuto a dire che «è il coronamento degli sforzi dispiegati dalla nostra diplomazia sotto la guida dei governi e del ruolo svolto dall'Italia nell'ambito delle Nazioni Unite dal 1955». Durante la visita a Torino, Napolitano ha letto sulle agenzie la notizia sulle intercettazioni di cui sarebbero stati oggetto negli anni scorsi Romano Prodi e la moglie Flavia e altri personaggi politici di cui non sono stati ancora resi noti i nomi. Cosa ne pensa, presidente? «Sono qui solo per parlare di cibo», è stata la cauta risposta. Insomma, un no comment. Ben diversa, poco più in là è stata la risposta del segretario Ds Piero Fassino che ha stigmatizzato l'episodio e ha chiesto al leader della Casa delle Libertà e all'ex ministro Tremonti di chiarire subito ogni cosa senza lasciare zone d'ombra.