Faccia a faccia tra il leader Udc e il sindaco Veltroni alla presentazione del libro di Claudio Velardi
Casini: «No alla piazza come fa Silvio. È il miglior modo per far durare il governo»
«Ora non è immaginabile un cambio di maggioranza, gli elettori vanno rispettati. Quello che serve è una riforma costituzionale, per ridare potere al governo» replica il sindaco Veltroni. Insomma, tutti e due sono d'accordo che il sistema politico non funziona ma le loro ricette per porvi rimedio restano assai distanti. Occasione un confronto (sarebbe meglio dire uno scontro): la presentazione dell'ultimo libro di Claudio Velardi, «L'anno che doveva cambiare l'Italia», racconto della stagione politica, dal settembre 2005 al giugno 2006 al termine dalla quale riemerge la stessa fotografia del '96. Di qui l'ironia del titolo. A presentare il volume - nel gremitissimo salone Olimpo del romano hotel de la Minerva - il leader dell'Udc che punta a unire i moderati in un nuovo centrodestra accanto al sindaco, indicato da molti come il possibile futuro leader del centrosinistra. I due non possono fare a meno di ricordare lo scambio di bigliettini intercettato da un cronista prima dell'estate. Oggi come allora al centro delle loro preoccupazioni è il ricatto delle ali estreme. A Gian Arturo Ferrari, direttore della divisione libri Mondadori, scappa una battuta: «Sono felice nel notare quanta cultura e quanta grazia vi sia in questo libro. Un fatto sorprendente, se si pensa che Velardi viene considerato uno che semina zizzania». Ma presto l'ironia lascia spazio al dibattito politico. Casini parte in quarta: «Berlusconi e Prodi sono due facce della stessa medaglia. Con lui in piazza non ci vado, organizzare manifestazioni di massa è il modo migliore per far vivere il governo Prodi e io non ci sto». E poi: «Berlusconi e io - sottolinea aspro - abbiamo Dna diversi. Lui è la novità e io sono tradizione, lui è venuto dal nulla, io dalla Dc e credo che le storie politiche siano importanti per costruire il futuro, anche a sinistra». Chiarito che la Cdl così com'è non funziona, Casini va avanti e sfida il suo interlocutore su scenari futuri. «Non è possibile andare avanti con un bipolarismo logoro. È arrivato il tempo di un nuovo patto tra volenterosi per il bene del paese, un bipolarismo "ad excludendum", modello tedesco». Ipotesi che non convince Veltroni. La svolta, sottolinea Veltroni, non passa da «cambi di maggioranza», incomprensibili agli elettori che si sono espressi appena sei mesi fa ma da una seria riforma costituzionale per rafforzare i poteri del premier con la possibilità di governare 5 anni per attuare il suo programma. Poi, rivolgendosi ai giornalisti presenti, chiarisce: «Siccome vi conosco, vorrei chiarire il mio pensiero. Sono convinto: Prodi sta facendo il meglio possibile tenuto conto delle difficilissime condizioni date, ma sono proprio queste condizioni che vanno cambiate».