Berlusconi mobilita FI per la manifestazione del 2 dicembre e pensa a un governo istituzionale
Silvio Berlusconi traccia la linea durante la riunione dei coordinatori regionali di Forza Italia a Palazzo Grazioli. Il leader azzurro, raccontano alcuni partecipanti alla riunione, è ormai convinto che i prossimi mesi saranno decisivi per dare il colpo di grazia alla traballante leadership del Professore, ma non vuole correre rischi. «Prodi - avrebbe detto ai suoi - è arrivato al capolinea. È molto probabile che il governo cada, ma non torneremo a votare perché Napolitano non scioglierà mai le Camere». A questo punto per il Cavaliere si aprirebbero due scenari: o una riedizione del 1998 con un esponente dell'Unione che sostituisce in corsa Prodi oppure due anni di governo istituzionale. Sulla prima ipotesi, dicono i suoi più stretti collaboratori, Berlusconi non ha dubbi: non esiste, sarebbe meglio tenersi Prodi che è «cotto». Per questo il leader di FI punterebbe deciso verso la seconda soluzione magari sfruttando il delicato passaggio della Finanziaria a Palazzo Madama. Così, negli ultimi giorni, si sono intensificati gli incontri tra gli azzurri e gli esponenti riformisti dell'Unione. «Non ci faranno votare - spiega un deputato azzurro -, metteranno sicuramente la fiducia. Ma a quel punto, se il governo non ce la fa, sarà costretto a prendere atto che non esiste più una maggioranza e quindi, si potrà lavorare per un governo istituzionale». In attesa degli sviluppi della situazione, però, il primo obiettivo del Cavaliere resta quello di dare voce al malessere che c'è nel Paese. L'ex premier cita, ancora una volta, le rilevazioni di Euromedia Research che danno la fiducia nei confronti dell'esecutivo in caduta libera (28,7% rispetto al 41,5% di luglio). Inoltre la Cdl sarebbe ormai stabilmente sopra il 54% (con Forza Italia al 29,4%) mentre l'Unione sarebbe ferma al 45%. Un dato che, però, fa dire al Cavaliere che «il malessere è tanto, ma non si è ancora pienamente tradotto in consenso politico nei confronti del centrodestra». Per questo Berlusconi è tornato a ribadire l'importanza di scendere in piazza. «Ce lo chiedono i nostri elettori - è il suo ragionamento - e sbaglia chi ritiene che i moderati non debbano scendere in piazza». Parole che i partecipanti alla riunione hanno letto come una risposta al leader centrista Pier Ferdinando Casini che continua a prendere le distanze dalle proteste di piazza. Ma il Cavaliere vuole evitare inutili polemiche e a chi gli fa notare le obiezioni di Casini risponde: «Noi andiamo avanti sulla nostra linea». Per questo, domani e domenica, il partito si mobiliterà in massa allestendo nelle piazze italiane gazebo che spieghino «i danni che la Manovra farà alle tasche degli italiani». Poi ci sarà la grande manifestazione di tutta la Cdl che si svolgerà il prossimo 2 dicembre a Roma. I numeri su cui si ragiona sono a dir poco ambiziosi. «Ci saranno almeno 200mila persone - dicono nel quartier generale azzurro - ma alla fine potrebbero essere molte di più perché la gente è stufa di questo governo e non vede l'ora che se ne vada a casa». Nel frattempo sembra essersi avviato anche il processo di riorganizzazione interna del partito. L'obiettivo è quello di svolgere tutti i congressi provinciale nel 2007 in modo da radicare ancora di più Forza Italia nel Paese.