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ROMA si è già lasciata alle spalle lo stereotipo della città indolente, pigra, sonnolenta.

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Una Capitale della civiltà, dello spettacolo, della solidarietà. Ma bisogna continuare a fare, soprattutto per la sicurezza, le periferie, la viabilità, il turismo. Il sindaco Walter Veltroni - in visita ieri al nostro quotidiano - ha spiegato il suo progetto per il futuro della città. Nella Finanziaria una serie di scelte sembrano indispensabili ma avranno ripercussioni anche sulla vita della Capitale. Un sindaco di centrosinistra si aspettava da un governo «amico» una Manovra così dura per gli Enti locali? «Il governo ha dovuto fronteggiare quella che poteva essere una voragine dei conti pubblici capace di trascinarci fuori dall'Europa. Ecco perché la Manovra è addirittura superiore a quella che facemmo nel 1996. Occorre una riduzione di spesa senza dimenticare che i Comuni hanno dato in questi anni un contributo significativo. Ci siamo confrontati e abbiamo trovato l'accordo che ha permesso la riduzione dei tagli di 600 milioni di euro per i Comuni. Parliamo di Roma: oggi abbiamo a disposizione 175 milioni di euro per opere infrastrutturali. Questo ci consente di finanziare progetti come il centro congressi di Fuksas, la Città dello Sport a Tor Vergata per i Mondiali di nuoto 2009 e il museo Maxxi di via Guido Reni. C'è una situazione che riguarda i Comuni e, dall'altra parte, un'attenzione verso Roma che era mancata col governo Berlusconi. I contributi erariali fissati dal precedente governo per il 2005 erano pari a 294,5 euro per cittadino. Un dato che aveva confermato la sottodotazione per la Capitale sia rispetto alla media nazionale (318,4 euro) sia rispetto a quella delle grandi città (357,8 euro). A Milano, ad esempio, erano stati assegnati 332,1 euro per abitante, a Napoli 551,2, a Palermo 391,6. Genova era sulla stessa linea di Roma (292,7 euro). Peggior sorte è toccata a Torino, con 284,9 euro». Per Roma sono previsti anche svantaggi? «Svantaggi ci saranno per tutti i Comuni. Faremo il possibile per evitare la riduzione dell'offerta dei servizi e per non far rincarare le tariffe. In cinque anni non abbiamo mai aumentato quelle per i servizi pubblici essenziali. Mantenere e migliorarne la qualità comporta uno sforzo enorme. Penso al 70% in più di posti negli asili-nido, al potenziamento del trasporto pubblico su ferro e gomma, ai posti-letto per i senzatetto che erano 500 nel 2001, ora sono oltre 4 mila e diventeranno 5 mila entro l'anno. Su queste certezze la città costruisce la sua serenità». La Finanziaria si modifica di giorno in giorno, c'è un punto particolarmente importante per Roma che non deve essere cambiato? «Che non ci tocchino quei soldi lì... (quelli del rifinanziamento di Roma Capitale ndr) non vorrei che emendamenti scritti per finanziare altro, eliminassero proprio quei fondi». Due temi fondamentali: il decoro a Trastevere e le denunce sulle bombolette spray. Il suo secondo mandato inizia sotto l'insegna della legalità: quali provvedimenti saranno adottati? «Prima di tutto voglio sottolineare che la nostra attenzione su questi temi è cominciata sei anni fa. Il decoro è diventato la mia ossessione primaria. Siamo arrivati a mettere le mutande ai cavalli per non lasciare sporche le strade. Un atto pratico e simbolico nello stesso tempo che indica un'attenzione severa e costante. Abbiamo fatto le pulizie dei muri, rimosso i manifesti a decine di migliaia. Abbiamo bonificato intere zone della città, da Tor di Nona al Celio. Le scritte sui muri restano un problema per i cittadini che in altri posti, per fare un esempio, devono preoccuparsi di riuscire a portare a casa la paga ogni sera. C'è una certa differenza, insomma; come sempre nella vita: vedere soddisfatti i bisogni primari induce alla ricerca di appagamenti più sofisticati, il che va benissimo. Ma non bisogna dimenticare mai che esistono le une e le altre situazioni. Ho incontrato due writers, ragazzi di ottima famiglia. Ecco cosa gli ho detto: «La cosa che mi dà fastidio è che fate ciò contro cui dite di voler combattere, così l'egoismo so

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