«Mancava la copertura finanziaria»
Augello (An): «Napolitano non l'avrebbe firmata». Salvi (Ds): «Troppi dilettanti nell'Unione»
Perché manca la copertura finanziaria. «Al senato non abbiamo registrato soltanto una sconfitta politica del Governo ma anche la caduta di un provvedimento demagogico che avrebbe preso in giro la povera gente — spiega Andrea Augello, senatore di An e membro della commissione bilancio al Senato — Infatti, la norma era priva della copertura, così come aveva accertato all'unanimità la commissione bilancio. Secondo l'attuale regolamento non si sarebbe quindi nemmeno potuto procedere a metterla ai voti». «Il governo — ha proseguito — ha voluto comunque tentare una prova muscolare che è fallita. Se anche fosse riuscito superare l'esame del Senato, così com'è questo provvedimento sarebbe stato rinviato alle Camere dal presidente della Repubblica. Sono sicuro che anche i colleghi di maggioranza della commissione bilancio non potranno che confermare quanto sto affermando». Conferma che è arrivata dal senatore dei Ds Cesare Salvi, per nulla tenero con i suoi colleghi della maggioranza: «In un contesto così complesso e difficile come il Senato non si può agire con questa dose di dilettantismo. Ieri il governo in commissione bilancio sugli aveva detto che una norma non aveva copertura finanziaria e quindi non era costituzionale. Poi non si è fatto nulla, non una riunione, capire, vedere. Non si è andati nella commissione di merito per emendare, cambiare e non ci si è preoccupati delle missioni, dei malati per un voto, quello sulle pregiudiziali, che equivale al voto finale per le sue conseguenze concrete. Mi sembra una conduzione da parte del governo che denuncia un agire con un po' di dilettantismo». Soddisfatto Mauro Cutrufo, capogruppo Dc-pri-ind-mpa: «Siamo riusciti a fermare l'esproprio ma adesso si facciano sentire e subito i piccoli proprietari. Noi della Democrazia Cristiana per le Autonomie siamo disponibili a dimostrare l'eguale necessità e bisogno tra piccoli proprietari ed inquilinato». Sarcastico il commento di Gianfranco Fini: «Questa maggioranza c'è o non c'è a seconda che un senatore abbia o meno un raffreddore». Ma il leader di An ha dovuto poi sperimentare sulla sua pelle quanto sia facile cadere sulle assenze. Nel pomeriggio infatti il Senato ha votato le dimissioni del senatore della Margherita Filippo Bubbico. E dopo un lungo «tergiversare» alla fine è riuscita a riconquistare la maggioranza grazie a otto assenti nella Cdl: oltre al centrista Poli mancavano i forzisti Casoli, Dell'Utri e Firrarello e Delogu, Di Vella, Morselli e Ramponi di An. Contro di loro si è scatenata l'ira di Fini: «Inizino a trovarsi un nuovo partito» ha sibilato ai suoi.