LA CORTE Costituzionale ha dichiarato inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'art.
La decisione è stata presa nel corso della camera di consiglio di ieri pomeriggio. I giudici della Consulta sono arrivati a questa decisione - le cui motivazioni verranno scritte dal giudice Alfio Finocchiaro e depositate nei prossimi giorni - in tempi record, considerato il fatto che la causa è stata discussa ieri mattina in udienza pubblica. A sollevare la questione di legittimità dinanzi alla Consulta è stato il Tribunale di Cagliari al quale si era rivolta una coppia portatrice sana di anemia mediterranea che per motivi di sterilità ha fatto ricorso alla procreazione in vitro. La legge 40 del 2004 vieta però di compiere la diagnosi pre-impianto sugli embrioni da trasferire in utero. Il tribunale di Cagliari lamentava la violazione degli articoli 2 e 32 della Costituzione sotto il profilo del rischio di danni biologici per l'embrione (dovuti al periodo di crio-conservazione per il rifiuto dell'impianto da parte della donna in assenza di un test perliminare) e per la donna (minacciata dalla impossibilità di conoscere lo stato di salute dell'embrione prima di procedere all'impianto). Il tribunale di Cagliari sosteneva anche una violazione dell'articolo 3 della Costituzione per «la ingiustificata disparità di trattamento» tra la posizione dei genitori cui è riconosciuto il diritto alla informazione sulla salute del feto nel corso della gravidanza (attraverso l'amniocentesi), e quella della coppia nella fase della procreazione assistita che precede l'impianto. La Corte, con la sua pronuncia di inammissibilità del ricorso, non è entrata nel merito della questione, probabilmente ritenendola irrilevante per come era stata posta dal giudice di Cagliari.