Incontro del ministro con il segretario dell'Organizzazione
Con questo obiettivo il ministro dell'Università e Ricerca Fabio Mussi ha incontrato ieri a Parigi il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, il quale non ha però risparmiato al nostro Paese una nuova «strigliata» per il ritardo accumulato rispetto agli altri Paesi Ocse sul fronte degli investimenti nella ricerca e su quello del capitale umano per il numero ancora scarso di ricercatori attivi sul territorio. Mussi è deciso a dare una svolta rispetto al passato: l'Italia sarà più presente (è stata presentata anche la candidatura dell'economista Piercarlo Padoan per il posto di vicesegretario Ocse) e darà maggior peso, nella propria politica, alle indicazioni dell'organismo internazionale. «Vogliamo — ha detto Mussi — impegnarci di più nell'area Ocse e questo vuol dire adottare come base delle nostre politiche le indicazioni date e aiutare al contempo l'Ocse ad avere dati certi sull'Italia. È insomma necessario — ha detto il ministro — riaprire dei ponti di comunicazione con questo organismo». Tra le ipotesi discusse, anche quella di avviare un'indagine di valutazione Ocse sull'università nei Paesi aderenti (attualmente viene effettuata una valutazione dell'istruzione secondaria): «Noi siamo favorevoli, che vengano pure delle commissioni — ha detto il ministro — e che vedano i lati deboli». Ma il vero problema, ha ammesso il ministro, resta quello di allinearsi alle medie degli investimenti nell'area Ocse: «Oggi per l'università l'Italia investe lo 0,88% sul Pil, mezzo punto sotto la media Ocse dell' 1,2% mentre per la ricerca siamo all' 1,1% contro l'1,9% di media».