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Gentiloni scrive sul blog e incassa insulti sulla riforma

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Altro che spazio di confronto e di dialogo. Spesso infatti capita che i blogger usino questi siti internet come sfogatoio delle proprie critiche. Stavolta a cadere sotto la «legge del blog» è stato il ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni. Un blog aperto per creare un filo diretto con i navigatori della rete, un dialogo costante e che invece è diventato veicolo di critiche, delusioni e frustrazioni. In realtà Gentiloni, un pioniere tra i politici che utilizzano internet e addirittura un sito personale, non è l'unico a cadere in questa spirale e questo tipo di critiche non sono una novità. Oggi il numero dei parlamentare che apre un blog è sempre più in aumento. Un'iniziativa che come spiegano molti è un modo per confrontarsi continuamente con il proprio elettorato e per prendere spunto dai suggerimenti dei vari blogger. Già, ma alle volte i pericoli sono dietro l'angolo, e soprattutto la polemica, come accaduto a Gentiloni. Il ministro «margheritino» è finito sotto accusa soprattutto per il tema della riforma della legge Gasparri, che proprio in queste settimane ha portato avanti. Una proposta che, come si legge da i messaggi inviati, non deve essere stata apprezzata particolarmente e che per alcuni è sembrata inopportuna. Ad esempio c'è stato chi senza mezzi termini, e con il rischio di essere ripetitivo, come Fausto di Trani ha detto che questa riforma «non serve a niente». Con una particolarità però: lo ha scritto per ben 24 volte. Casomai non fosse chiaro il concetto. Mentre Gianni, probabilmente sconvolto dall'ipotesi di assistere al trasloco sul digitale terrestre di Rai Due, ha preferito essere più duro con il ministro: «Senti, Rai Due non la puoi mettere sul digitale terrestre, morto di fame». Meno esplicito ma certamente non meno critico è un anomino blogger che si firma «un vero democratico». Da vero amante della democrazia si appella ai suoi valori ed a quelli del liberismo imprenditoriale per salvare Retequattro: «I comunisti distruggono l'Italia. Le aziende a causa della Finanziaria sono costrette a licenziare dipendenti. Se Retequattro va sul digitale, anche Flux (terza rete di Telecom dovrà andarci) altrimenti lei ministro è un dittatore, non un democratico». Non si ferma qui il ragionamento, perché «vero democratico» analizza nello specifico anche il sistema televisivo italiano: «La 7, Mtv, Flux. Telecom Italia detiene tre televisioni. E poi i comunisti si lamentano. Certo, nella loro ignoranza tutto è concesso. Altro riccone? De Benedetti di All Music, L'Espresso, Repubblica, Kataweb, Radio Capital, Radio Deejay, Radio M2O, Radio». Il tutto per sfatare un «teorema»: «Ancora c'è qualcuno che crede che il ladro sia Berlusconi. Ministro, non faccia fallire un'azienda che va bene come Mediaset. Se Berlusconi è l'unico bravo imprenditore in Italia, mica è colpa sua!». Poi c'è anche qualcuno che cerca di sdrammatizzare buttandola sullo scherzo, come fa Prospero Pirotti che promette: «Il giorno in cui questa Sinistra riformerà la Rai mi farò prete». Chissà alla fine chi avrà ragione. Ma non è solo la riforma della «Gasparri» ad accendere gli animi dei blogger. Anche la legge Finanziaria ha eccitato gli animi. Come nel caso di «Gino» che si firma «ex elettore di centrosinistra» e che dà come voto alla manovra un bel «2+». Sotto accusa l'aumento del prelievo fiscale nei comuni ed i tagli fatti agli enti locali. Una finanziaria che per «Gino» è «una bella finanziaria, date 10 alla gente illudendola e gli togliete 100. Firmato un Vostro ex elettore». E le critiche continuano con Flavia che titola il suo messaggio «Com'è triste Palazzo Chigi appena un anno dopo». La blogger si riferisce al tempo delle primarie, quando «votammo felici» e che ora lascia il passo «agli inciuci più assurdi, le liti continue, una finanziaria che cambia ogni 2-3 ore al massimo, un calo di consensi così visibile da rendere inutile qualsiasi sondaggio, un Capo del Governo palesemente inadatto al ruolo. Cos

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