Il presidente di Confindustria punta a essere il riferimento degli scontenti dei Poli
Dove vuole arrivare Montezemolo? Cosa vuole fare da grande il presidente della Confindustria? È l'interrogativo che serpeggia in ambienti imprenditoriali come in quelli politici. Il suo nome rispunta puntuale a ogni snodo difficile di legislatura o quando si vogliono disegnare alternative tecniche o tirare in ballo personaggi che non hanno niente a che fare con la politica ma godono comunque di prestigio. Il primo a intuire un futuro politico per Montezemolo è stato Berlusconi. Il Cavaliere attento al potenziale comunicativo e di immagine vide subito in Mister Ferrari un «cavallo di razza», un nome spendibile bene all'estero. Sicchè si parlò spesso di una possibile entrata di Montezemolo nel governo. Anzi, il Cavaliere annunciò la sua nomina a ministro in diretta tv in occasione delle elezioni del 2001. Si scatenò nel giro di poche ore il putiferio, il centrosinistra cominciò a temere un asse forte - troppo forte - tra Berlusconi e Agnelli. Lui, Luca, fu veloce a smentire e altrettanto veloce a capire che in fondo Berlusconi non aveva sbagliato a tracciargli quella strada. Ma sempre comunque un passo indietro al Cavaliere. Ed è questo che Montezemolo, abituato a essere leader dalle fasce, non sente nelle sue corde. Perché rischiare di bruciarsi come ministro se si può costruire qualcosa di più in alto? Ma cosa? Montezemolo conosce l'arte dell'attesa e meglio ancora quella di tessere alleanze, costruire reti di rapporti e crearsi consenso. In sella alla presidenza della Confindustria comincia a costruirsi il percorso. Sostenuto soprattutto dalla grande impresa, lavora per conquistare anche i piccoli imprenditori rimasti orfani del predecessore Antonio D'Amato. Fa un'operazione di immagine senza precedenti amplificando l'idea di una Confindustria compatta e si presenta come l'uomo «nuovo», l'ambasciatore all'estero della credibilità del sistema Italia. Il suo messaggio è questo: se Berlusconi è criticato dalla stampa estera, il mondo imprenditoriale grazie al suo presidente, gode invece di un rinnovato prestigio. E da presidente degli industriali lo bacchetta, lo punzecchia, lo insidia. Ma Berlusconi è pronto a bloccare questa sfida. A Vicenza la resa dei conti. Il convegno che avrebbe dovuto segnare un atto d'accusa alla politica del governo del Cavaliere si trasforma in una solonna bocciatura della presidenza di Montezemolo da parte della piccola e medie impresa del produttivo Nord Est. L'establishment di viale dell'Astronomia cerca di soffocare la polemica parlando di una claque che Berlusconi si sarebbe portato dietro. In realtà l'ex premier non ha fatto altro che dar fuoco alle polveri e accendere la miccia di un malessere che covava tra le piccole imprese verso i big della Confindustria. E il Cavaliere ottiene un duplice effetto: spaccare il fronte confindustriale e indebolire Montezemolo. Ma soprattutto il leader del centrodstra fa capire che finchè c'è lui alla guida della Cdl il posto di Montezemolo-politico non può che essere subalterno a lui in quello schieramento. Il presidente della Confindustria intuisce così che se vuole entrare in politica deve costruirsi un posto trasversale, mettere un cuneo tra i due schieramenti. Non è un caso che un paio di giorni fa, sia tornato a insistere sulla necessità da parte delle forze riformatrici di smarcarsi dalla sinistra estrema. Il progetto di una forza politica riformatrice è quello vagheggiato tra le righe nell'endorsement del direttore del Corriere della Sera Paolo Mieli quando a ridosso delle elezioni sostenne il centrosinistra. E su questa linea si colloca Montezemolo che con un attivismo frenetico tesse rapporti con quanti sono insofferenti alle due leadership, quella di Berlusconi, da una parte, e quella di Prodi, dall'altra. Così il presidente della Confindustria incontra Pier Ferdinando Casini che lo guarda con gran simpatia, telefona a Veltroni e tramite l'amico Diego Della Valle approfondisce il rapporto con Mastella. Attaccando la Finanziaria conquista i commenti positivi dell