di MARZIO LAGHI GOVERNO, sindacati e Confindustria siglano l'intesa sul Tfr.
Vengono infatti anticipate al primo gennaio 2007 le norme per i fondi pensione (attraverso il meccanismo del silenzio assenso) e per il trasferimento, in un fondo della Tesoreria presso l'Inps, del Tfr inoptato nelle imprese con più di 50 dipendenti. La chiave dell'intesa, dopo le critiche arrivate dalla Confindustria nelle scorse settimane, è stata oltre alla «soglia» dei cinquanta dipendenti, la previsione della temporaneità della norma e di compensazioni per le imprese che rinunciano al Tfr come fonte di autofinanziamento. Per i sindacati è stato importante l'anticipo al 2007 delle norme ma anche l'impegno del Governo, già per l'anno prossimo, su un'aliquota sui rendimenti dei fondi pensione più bassa di quella sulle rendite finanziarie. Il premier Prodi lo ha definito un accordo «importantissimo». «La concertazione e dialogo - ha detto - alla fine danno i loro frutti». Il ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa assicura che l'accordo, che riguarda un flusso di Tfr stimato in circa 19 miliardi di euro, «non modifica i saldi della Finanziaria». Il ministro del Lavoro Cesare Damiano si è detto soddisfatto per l'accordo e ha sottolineato che il Governo si aspetta un'adesione ai fondi integrativi per circa il 40% del Tfr. La stima per il trasferimento del Tfr al fondo presso l'Inps è invece di circa sei miliardi. I lavoratori dipendenti privati (circa 12 milioni) dovranno decidere entro il 30 giugno 2007 a quale fondo destinare il proprio Tfr o se lasciarlo in azienda. In caso di mancata scelta, grazie al meccanismo del silenzio assenso, il Tfr andrà al fondo contrattuale di categoria. Il Tfr per il quale il lavoratore ha scelto la destinazione aziendale (il cosidetto inoptato) resterà nell'impresa nel caso si tratti di azienda con meno di 50 addetti altrimenti sarà trasferito all'Inps. Per i lavoratori pubblici al momento non è previsto questo meccanismo ma il Governo ha assicurato che punta ad allineare al più presto il lavoro pubblico a quello privato. L'esecutivo comunque si è impegnato a riesaminare la disposizione sul trasferimento del Tfr all'Inps nel 2008, chiarimento questo che è stato essenziale per ottenere la firma di Confindustria. «È un accordo importante - ha detto il presidente Luca Cordero di Montezemolo - per il decollo della previdenza integrativa, importante per i giovani e importante anche per le aziende». «È un boccone amaro - ha aggiunto il vicepresidente Alberto Bombassei - ma meno amaro di quello che è apparso qualche settimana fa». Il numero uno della Cgil, Guglielmo Epifani ha detto che l'accordo «farà bene al Paese e consentirà di finanziare opere strategiche». Il leader della Cisl, Raffaele Bonanni ha parlato di «intesa storica», capace di «sanare un'ingiustizia che durava da dieci anni». Il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti sottolinea che l'accordo «cambierà il Paese e lo renderà più moderno». Parere negativo sull'intesa è arrivato invece dall'ex ministro del Lavoro Roberto Maroni che parla di «accordo molto negativo siglato sotto dettatura della Cgil».