Anche gli statali contro Prodi, pronti allo sciopero

Respingono, quindi, con fermezza quella che bollano come una «campagna tutta ideologica contro i fannulloni». È questo il senso degli interventi di oggi dei tre leader di Cgil, Cisl e Uil, Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni, e Luigi Angeletti all'affollata assemblea di quadri e delegati del pubblico impiego, che si è svolta ieri mattina al Palacongressi a Roma, e alla quale - secondo gli organizzatori - hanno preso parte circa 5 mila persone. «Se si vuole evitare lo sciopero del pubblico impiego, il Governo deve far sì che i contratti si firmino rapidamente», è stato l'avvertimento del leader della Cgil, Guglielmo Epifani. E anche il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, ha annunciato che «non saranno fatti sconti». Chiaro pure Angeletti: «Se i contratti pubblici non saranno rinnovati - ha detto - faremo ciò che fa un sindacato in questi casi: lo sciopero». E un mandato a proclamarlo è stato dato dall'assemblea a Fp-Cgil, Fps-Cisl e Uil-Pa e Uil-Fpl, se non saranno accolte le loro richieste. I sindacati chiedono un emendamento alla Finanziaria che renda «esigibile il rinnovo del contratto nel 2007». In sostanza, la possibilità di poter firmare l'accordo già il prossimo anno (l'obiettivo è di sottoscriverlo a marzo), senza dover attendere quello successivo. Per i rinnovi dei circa 3 milioni e mezzo di lavoratori pubblici (il biennio economico è il 2006-2007) il Governo ha previsto, infatti, uno stanziamento di 3,2 miliardi dal 2008. Una somma alla quale vanno aggiunti i 500 milioni della Finanziaria 2006 targata Berlusconi. In tutto, dunque, 3,7 miliardi. L'emendamento - rilevano i sindacati - consentirebbe di rispettare tre tranche per l'erogazione degli aumenti (primo gennaio 2006, primo gennaio 2007 e 31 dicembre 2007) e di chiudere il biennio interessato. Sempre secondo i sindacati, nello stesso emendamento si dovrà prevedere che entro 45 giorni dalla sottoscrizione, l'intesa entri in vigore. Questo per evitare, come accaduto finora, che passino molti mesi prima che essa diventi operativa, in attesa del pronunciamento di Corte dei Conti e Ragioneria dello Stato. «Non vogliamo che eludere i controlli - ha tenuto a precisare il segretario generale della Fp-Cgil, Carlo Podda - ma l'intesa dopo 45 giorni deve essere esigibile. Il termine da declamatorio deve divenire perentorio. Gli aumenti, più gli arretrati, devono essere in busta paga da gennaio 2008». Sui contenuti dell'emendamento ci sarebbe già stata un'intesa tecnica con la Funzione Pubblica. E della questione è probabile se ne sia parlato anche oggi a palazzo Chigi in occasione della firma dell'intesa sul tfr. Almeno questa era l'intenzione da parte dei sindacati, che sollecitano tra l'altro il decollo della previdenza integrativa anche per i lavoratori pubblici.