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E Follini sogna l'ennesimo «grande centro»

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L'ex segretario dell'Udc, nel capoluogo campano, lancia il manifesto fondativo del nuovo partito, insiste sulla determinazione di costruire un centro «autonomo e orgoglioso» e lancia l'idea di una «costituente moderata». Non mancano stoccate ai vecchi amici dell'Udc, ma anche l'affondo al centro sinistra «vicino al big bang». È affollata la prima uscita del nuovo soggetto: il Teatro Mediterraneo della Mostra d'Oltremare di Napoli è pieno. Gli organizzatori stimeranno alla fine in 2.500 le presenze. Ci sono delegazioni provenienti da tutt'Italia e ci sono rappresentanti di diverse esperienze e fasi storiche del mondo democristiano. Follini tocca le loro corde quando chiede «un atto di orgoglio» per chiamarsi fuori dai Poli e costruire «un grande e vero partito di centro». Il modello già c'è: è il «Kadima» di Israele, il partito fondato da Sharon e Olmert. L'obiettivo è quello di dare cittadinanza a chi è «fuori dai due blocchi, da chi non si sente rappresentato né da Berlusconi, né da Prodi». Il contenitore — come dirà dal palco l'ex ministro dell'Università, Ortensio Zecchino — potrebbe essere quello della federazione tra le forze che si riconoscono nel centro secondo il percorso indicato dai valori del popolarismo. Follini lavora al progetto «senza illusioni» e sapendo che «non da soli» si può realizzare. Si tratta, infatti, di «disfare i poli e rifare i partiti». Da Napoli arriva la prima risposta ma ora, come sottolinea il deputato Riccardo Conti, che ha lasciato l'Udc insieme con Follini, bisogna andare oltre, puntare anche al Nord. Del resto è tutta l'Italia, secondo l'ex ministro dell'Interno, Enzo Scotti, esponente storico della Democrazia Cristiana, che «non riesce ad uscire dal degrado, ad avere una strategia Paese, prigioniera di ricette del secolo passato». Follini non risparmia critiche al suo ex partito che a Vicenza, per la manifestazione della Cdl sulla Finanziaria, si è presentato senza i suoi vertici. Lasciare «i capi a casa e portare gli scudieri in piazza è un'idea un po' acrobatica». All'Udc Follini rimprovera anche di avere «una linea nei giorni pari e un'altra nei giorni dispari». L'ex segretario dell'Udc rivendica una sorta di primogenitura nelle critiche alla «monarchia» di Berlusconi e proprio sulla base di questo giudica «non nobilissimi» i distinguo rispetto all'ex presidente del Consiglio. Follini, poi, tiene ad assicurare che al Senato, se il governo ponesse la fiducia sulla Finanziaria, lui voterà no: il suo voto «non è in forse e non è in dubbio». Dal palco continuano gli interventi: il movimento esprime finora 12 consiglieri regionali e una cinquantina di provinciali. In Campania, tra gli altri, il segretario regionale uscente dell'Udc, Arturo Iannaccone ed il consigliere regionale, Antonio Milo. In platea, tra gli altri, il segretario nazionale della Nuova Dc, Gianfranco Rotondi mentre Riccardo Ventre, eurodeputato che venerdì si è dimesso da commissario provinciale di Forza Italia di Caserta, porta il saluto del Partito popolare europeo. A movimentare la giornata un fuori programma con Enrico Lucci delle Iene che, dopo aver «marcato» Follini prende la parola e rivolge ironico i suoi complimenti a chi ha fondato «l'88esimo partito italiano».

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