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«NO a un'intesa raggiunta senza un'adeguata concertazione»: è quanto rilevano in una nota congiunta i ...

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«È anacronistico - rilevano Marino e Poletti - che si continui a pensare di fare accordi con il solo settore industriale e poi si pretenda di sottoporli a mera ratifica alle realtà imprenditoriali che rappresentano la maggioranza del Paese in termini di occupati e di imprese». «L'apprezzabile» esenzione per le piccole imprese, affermano ancora i due presidenti, «lascia irrisolta la questione più grave: il non tener conto delle imprese ad alta intensità di occupazione, in assoluto le più fragili rispetto all'applicazione della nuova misura, è un messaggio che scoraggia chi maggiormente, in questi anni, si è impegnato e ha rischiato per creare nuova e stabile occupazione. Si tratta delle imprese nelle quali il lavoro costituisce la voce di costo principale». Per un numero elevato di imprese cooperative l'applicazione delle misure «comporterebbe - viene sottolineato - una minaccia alla tenuta dell'occupazione e in taluni casi alla stessa stabilità d'impresa». Legacoop e Confcooperative insistono poi affinchè venga sostenuta la crescita dimensionale delle imprese italiane, «quasi tutte troppo piccole per la competizione globale», colpite da una «nuova soglia che è conveniente non superare, che penalizza le dimensioni maggiori e che dissuade del crescere». Dunque, si domandano da ultimo Marino e Poletti, «non è cambiato nulla, la politica dei fatti resta quella per il nanismo delle imprese?».Per Paolo Galassi, presidente di Confapi: «Aver fissato il limite dei 50 addetti come soglia al di sotto della quale il Tfr non sarà forzosamente dirottato all'Inps, è l'ennesimo papocchio della concertazione tra i soliti noti, avvenuta come in una riunione tra carbonari». Ma il problema vero è che «l'accordo sul Tfr segna la fine della previdenza complementare». «A questo proposito - prosegue Galassi - invitiamo i sindacati a indire un referendum tra i lavoratori per verificare quanti siano d'accordo sul fatto di trasferire all'Inps il 100% del Tfr inoptato con cui finanziare le opere pubbliche». Casartigiani considera la manovra ancora «molto sbilanciata a svantaggio del lavoro autonomo e priva di misure per lo sviluppo delle piccole imprese e l'artigianato». In particolare il Presidente di Casartigiani Giacomo Basso considera insufficienti le proposte avanzate dal Governo in materia di contribuzione per gli apprendisti e di riduzione delle tariffe Inail. La Confsal, infine, ha indetto uno sciopero per il 7 dicembre contro la Finanziaria.

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