Michele Perini (Fiera Milano)
«Questo declassamento è un duro colpo per l'immagine dell'Italia all'estero e per le nostre esportazioni», dice Michele Perini presidente di Fiera di Milano. Come spiega questo giudizio? «È evidente che le agenzie guardano anche al futuro quindi può darsi che abbiano voluto bocciare il pressapochismo di questa Finanziaria. Il declassamento è un messaggio agli investitori ad essere cauti sul mercato italiano. Mi auguro che questo segnale faccia riconsiderare al governo la Manovra». Come andrebbe cambiata la Finanziaria per avere il semaforo verde dei mercati esteri? «Dovrebbero essere ripensati i processi di tassazione e di carico fiscale del mondo delle imprese. Poi va ridotta la spesa della pubblica amministrazione. Il declassamento dimostra proprio l'incapacità del centrosinistra di intervenire su temi così importanti». Eppure la maggioranza si è resa disponibile a modifiche. «Non bastano i ritocchi, è una Manovra impostata male». Il ministro Padoa Schioppa aveva avuto il via libera da Bruxelles. Perché ora arriva questa bocciatura? «Il Fondo Monetario Internazionale ha detto che l'Italia è passata dal 60° all'82° posto per attrazione degli investimenti anticipando di fatto il declassamento. Auguriamoci che questo non incida sulla crescita del Pil e sull'aumento del debito». Cosa dovrebbe fare l'opposizione? «Il centrodestra è stato troppo soft nelle critiche alla Finanziaria. La Cdl è orientata a fare dei cambiamenti con gli emendamenti. Dovrebbe piuttosto presentare una contromanovra». Opposizione più dura vuol dire anche andare in piazza? «Non sono abituato ad andare in piazza ma siamo arrivati allo stesso livello di tensione che portò alla marcia dei 40mila».