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di LUIGI FRASCA LA SCURE delle agenzie internazionali di rating si abbatte sulla Finanziaria e, alla ...

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Le agenzie intanto in note dettagliate hanno spiegato come «il declassamento riflette il deterioramento delle finanze pubbliche italiane, con un debito pubblico in aumento dal 2004 e una forte contrazione del surplus primario» fattore che - dice Fitch - che riflette principalmente un aumento della spesa pubblica. «Il deterioramento delle finanze pubbliche - spiega Brian Coulton, responsabile del Global Economics Soverein group di Fitch - e la forte riduzione dell'avanzo primario ha incrementato la vulnerabilità dell'Italia agli shock economici». Spiega Marco Cecchi de Rossi, responsabile di Fitch in Italia: «I dubbi o meglio le rettifiche che verranno fatte ex post - ha aggiunto intervenendo a Radio 24 - riguardano il fatto che una larga parte delle restrizioni alla spesa e comunque del miglioramento atteso all'indebitamento provengono dal fatto che non ci sono tagli certi, ma dei tagli che vengono decisi per cui gli effetti dovranno essere misurati nel tempo per vederne l'efficacia effettiva. Abbiamo verificato nel tempo l'evoluzione delle azioni dei precedenti governi e infine l'azione di questo governo, riguardo al quale non abbiamo nessuna incertezza in merito alla gestione responsabile del debito pubblico. Di sicuro l'attuale governo ha ereditato una situazione in cui il debito pubblico è cresciuto invertendo una tendenza del passato e in cui il surplus primario è stato azzerato. De facto quindi - ha concluso Cecchi de Rossi - tornare a una situazione coerente con un rating AA implica uno sforzo che secondo noi questa manovra finanziaria non contiene». La statunitense Standard and Poor's punta il dito proprio sulla Finanziaria e definisce «inadeguata» la risposta del governo italiano alla sfida economica e di bilancio. Nel mirino c'è la lotta all'evasione fiscale, considerata dall'esecutivo come uno degli elementi importanti per il rilancio dell'economia del Paese, ha generato un nuovo «fervore» ma, anche, «speranze che sembrano esagerate». «Ci sono pochi dubbi - si legge nel testo stilato dall'analista Moritz Kraemer - sul fatto che questo governo abbia portato un nuovo fervore nella lotta all'evasione. Tuttavia, le speranze di ottenere entrate addizionali» dalla diminuzione dell'evasione «appaiono esagerate». Questa componente «del bilancio - viene precisato - è pensata per apportare lo 0,5% del Pil ma, poichè non c'è un modo affidabile per prevedere in maniera oggettiva l'efficacia di misure anti-evasione, l'inclusione di introiti così rilevanti in bilancio è rischiosa». Inoltre Standard&Poor's considera «il gettito» garantito dal trasferimento del Tfr all'Inps come «un finanziamento che non ridurrà il deficit o il debito». «Questo approccio è indipendente da ogni decisione che possa essere presa sulla questione da Eurostat. In aggiunta - viene osservato ancora - il trasferimento potrebbe essere una maniera minore di finanziare il debito rispetto all'emissione di bond». Infine «la durata di un governo non viene considerata come un elemento di giudizio o la causa principale di un intervento sul rating» di un Paese. «Ciò che ha impatto è il capire se l'esecutivo mantiene le promesse: noi guardiamo principalmente ai risultati che la classe politica in carica riesce ad ottenere». «Non abbiamo detto niente riguardo le attese sulla longevità del governo Prodi - ha aggiunto -. I problemi di questo governo non sono dissimili da quelli del governo precedente». La terza agenzia più importante del mondo, Moody's, invece ha fatto sapere che al momento non interverrà sul rating italiano.

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