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di LIDIA LOMBARDI PAOLO Portoghesi, urbanista e architetto di fama mondiale (diresse la Biennale di ...

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La piazza, poi, come luogo d'incontro dei cittadini, dunque di civiltà, è il luogo principe della sua idea di città. Professore, che ne dice di piazza Colonna requisita dal Palazzo? «Dico che il cuore della città è stato trasformato da luogo dei cittadini a centro del Potere. Un fenomeno ora diventato asfissiante per i romani». Palazzo Chigi dice che transenne e poliziotti ormai in pianta stabile sotto le sue finestre servono a garantire la sicurezza. Pare inaccettabile, però, che ciò avvenga anche quando non ci sono manifestazioni. Con Berlusconi non succedeva, eppure cortei e megafoni che rilanciavano slogan antigovernativi erano all'ordine del giorno. «Certo, il Governo ha bisogno di proteggersi, però potrebbe farlo senza espropriare i cittadini. Oltretutto l'Esecutivo in carica, per i partiti che lo compongono, si dovrebbe identificare con la quintessenza dell'apertura al sociale e alle istanze dei cittadini. Non è un buon esempio, invece, chiudersi dietro le transenne». Già, le transenne di vil metallo con le strisce bianche e rosse. Un obbrobrio, non crede? «Un'offesa a una città d'arte come la Capitale, per di più in questi giorni invasa di turisti in occasione della Festa del Cinema. Le transenne poliziesche si sovrappongono poi alle recinzioni in ferro battuto sistemate quando si realizzò il restyling della piazza. Col risultato di ingabbiare due volte questo incomparabile palcoscenico all'ombra della Colonna Antonina». Sotto la quale, fino a qualche mese fa, passeggiavano i pedoni e i ragazzini giocavano a palla... «L'esatta funzione, pubblica, che certi luoghi metropolitani dovrebbero avere. Ora è tutto cancellato. Eppure piazza Colonna era il centro di Roma. Prima del fascismo fu il palcoscenico della Banda Comunale che assolveva alla funzione di diffondere la musica classica tra i romani. Nell'angolo sul Corso opposto a Palazzo Chigi era poi frequentatissimo un blasonato caffè, Ronzi e Singer. Tutto finito. Resta il rimpianto».

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