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Antonello Soro: «Una brutta figura ma faremo pulizia»

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Ma Antonelo Soro, coordinatore dell'esecutivo della Margherita, giura che lo scandalo delle tessere gonfiate alla fine servirà per fare pulizia dentro il partito. E che finalmente i congressi si faranno non più con i pacchetti di tessere ma con gli iscritti veri. «È una vicenda grave — spiega — che fa male non solo a noi ma a tutta la politica. È paradossale che in questa storia sia finita la Margherita, siamo quelli che più hanno aperto le porte alla partecipazione della gente». Forse troppo, visto quello che è successo. «No, è sempre un bene quando si avvicina la gente alla politica. Purtroppo qualcuno ne ha approfittato, ma abbiamo gli anticorpi necessari per reagire, per individuare i responsabili. Si tratta di un fenomeno di malcostume che appartiene a una cultura politica passata, che non ha più motivo di esistere. Nei nostri congressi conteranno solo i militanti veri, le tessere non varranno nulla e tutta questo si rivelerà un investimento in perdita per chi lo ha voluto». Avete già individuato chi è stato a «gonfiare» i tesseramenti? «Man mano che scopriamo iscrizioni fasulle risaliamo ai circoli che le hanno fatte. E i responsabili saranno espulsi». Non c'è il rischio che paghino solo i «pesci piccoli» mentre i grossi referenti a livello regionale si salveranno? «Non credo ci sia una regia a livello nazionale, la reazione di tutta la dirigenza dimostra che il partito è unito». Veramente l'immagine che date all'esterno è di essere abbastanza divisi... «Può darsi che qualcuno abbia usato questa storia per alimentare tensioni che hanno motivazioni diverse. Ma alla fine ricompatteremo anche le divisioni». Non è curioso il fatto che la maggior parte delle tessere contestate sia stato scoperto al sud? «Non è un dato omogeneo, anomalie ci sono state anche in alcune città del nord. E poi per tradizione nel mezzogiorno c'è una più alta adesione formale. Però ci sono anche casi segnalati che non sono veri. "Striscia la notizia" l'altra sera ha denunciato il fatto che a Torino era stata inviata la tessera a un morto. Invece il signor Banzi è scomparso il 15 luglio 2006 e il versamento del suo tesseramento è stato effettuato da lui stesso il 31 ottobre 2005, cioè quasi 9 mesi prima. Inoltre, da verifiche che abbiamo effettuato, il modulo risulta regolarmente firmato e compilato in tutte le sue parti. Il figlio non ha certo reso un buon servizio al padre». C'è chi dice che l'attenzione «morbosa» di Mediaset nei vostri confronti sia una vendetta per il Ddl Gentiloni. È così? «No, non lo so e non voglio dirlo. Noto solo che c'è una forte attenzione». La commissione di garanzia sul tesseramento ha chiesto di incrociare gli elenchi degli iscritti alla Margherita con quelli delle primarie in modo da avere una fotografia reale del partito. È d'accordo? «È un metodo abbastanza discutibile. Prima di tutto perché nessuno di noi dispone di quegli elenchi. E poi perché non è un sistema sicuro: chi ha registrato quei nomi? E chi li ha messi nel computer? Mi convince di più la richiesta di presentarsi ai congressi con i documenti e verificare così gli iscritti reali».

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