A Crotone il caso più eclatante: tessere aumentate dell'86,47%
Oggi, sotto la bufera del caso delle tessere fasulle inviate a gente che mai aveva chiesto di iscriversi ai Dl, quella dichiarazione assume quasi il tono di una battuta involontaria: nel partito stanno infatti affiorando le vecchie correnti che si affrontano con toni rancorosi. Da quella ex democristiana, ancora forte con Ciriaco De Mita, a quella degli ex Popolari — Franceschini e Fioroni — fino al nocciolo duro degli ex Democratici, con Rutelli, Parisi, Bordon ma anche Franco Marini. Uno scontro che parte dalla vicenda delle tessere ma che nasconde uno scontro di potere tra chi conterà di più al prossimo congresso. Che sarà quello che dovrà decidere sulla nascita del Partito Democratico. «C'è una parte dei Dl — spiega un dirigente — che vuole arrivare a quell'appuntamento facendo pesare solo il numero delle tessere. E decidere sul cammino futuro del Pd». Da una parte ci sarebbe l'asse Fioroni-Franceschini, che vorrebbe arrivare a una federazione tra Ds e Margherita, dall'altra invece Bordon, Parisi e lo stesso Rutelli che invece vorrebbero sciogliere tutte le componenti e creare un partito nuovo. La lotta su chi conterà di più spiegherebbe così il vero e proprio boom di iscrizioni che ha registrato la Margherita nell'ultimo anno — specialmente nelle regioni del sud — di fronte invece a un risultato elettorale che è rimasto pressoché stazionario. I dati in mano alla direzione del partito parlano di un raddoppio di tessere nel 2005: l'anno scorso gli iscritti erano 450 mila, nel 2004 neppure la metà. Andando a spulciare tra i dati delle singole città le differenze, e i sospetti, saltano ancora di più all'occhio. A Roma città nel 2005 si sarebbero iscritte alla Margherita 49.514 persone, con un incremento del 60,35 per cento. A Napoli città l'aumento percentuale è stato del 53,11%, con 18.067 iscritti, in provincia del 49,77 (39.376 tessere) mentre a Reggio Calabria si è registrato un più 65,43 per cento (8954 iscritti). E sempre in Calabria spicca il dato di Crotone: in un anno c'è stata una vera e propria esplosione di iscrizioni, con un incremento dell'86,47 per cento, toccando quota 10.490 tessere. Per fare un confronto a Milano città le persone che hanno preso la tessera della Margherita sono appena 1300. Un fenomeno che ha dunque il suo epicentro al sud dove, a sentire molti esponenti dei Dl, è fortissima l'influenza degli ex democristiani. Ma «Striscia la notizia», che ha denunciato per prima lo scandalo delle tessere fasulle, ieri ha scovato un caso anche a Torino: il signor Maurizio Banzi ha raccontato che a casa sua è arrivata la tessera di iscrizione alla Margherita intestata a suo padre Dino, che però è morto. «Mio padre — ha spiegato in tv — è scomparso a metà luglio e non ha mai richiesto la tessera». E nel dibattito interno alla Margherita c'è anche chi, come il «blogger» Mario Adinolfi, solleva altri interrogativi: «Chi paga queste decine di migliaia di tessere? Le pagano i singoli iscritti? O, se le pagano soggetti terzi, cos'hanno in cambio? Perché questi soggetti spenderebbero centinaia di migliaia di euro per portare a questi livelli folli il numero degli iscritti? L'interrogativo secco è: chi paga e perché?».