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di MARZIO LAGHI UN interessamento illustre.

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In occasione del primo anniversario dell'assassinio del vicepresidente del Consiglio Regionale della Calabria, Francesco Fortugno, che cade domani, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha chiesto di essere informato, tramite la Prefettura di Reggio Calabria, sulla situazione relativa alla stituazione e anche alle indagini per assicurare alla giustizia i mandanti e gli esecutori del sanguinoso attentato. Fortugno fu ucciso a Locri il 16 ottobre 2005 a un seggio delle primarie dell'Ulivo. La vedova, Maria Grazia Laganà, eletta deputato nelle liste della stessa coalizione di centrosinistra, ha sollecitato ripetutamente lo sviluppo delle indagini per l'accertamento dei mandanti politici. E la coraggiosa donna si è rivolta anche al Capo dello Stato. Dell'interessamento del presidente Giorgio Napolitano ha scritto ieri il quotidiano «Calabria Ora». «Il presidente della Repubblica ha chiesto ai suoi consiglieri per gli Affari Interni un'informativa sul caso Fortugno - scrive il quotidiano - Napolitano vuole capire bene come procedono le indagini e quali dubbi e quali perplessità hanno spinto la vedova del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria a chiedere con insistenza interventi istituzionali capaci di rassicurare sull'andamento dell'inchiesta e sulla determinazione a concluderla». Dal Quirinale, tuttavia, si precisa che l'interessamento del Capo dello Stato è un «atto di prammatica» e che non riguarda solo le indagini (infatti è stata rivolta alla prefettura e non alla magistratura) ma la situazione in generale. Obiettivo sarebbe di ottenere elementi anche in vista di un eventuale messaggio che Napolitano potrebbe rivolgere agli italiani domani, in occasione del primo anniversario dei fatti. L'inchiesta sull'assassinio di Fortugno, condotta dalla Procura antimafia di Reggio Calabria, ha portato all'arresto dei presunti esecutori materiali e di un caposala dell'ospedale di Locri, Alessandro Marcianò, accusato di essere stato il mandante dell'omicidio. Le indagini sono state tutt'altro che infruttuose. L'attività di polizia e carabinieri ha portato, infatti, all'arresto dei presunti esecutori materiali e di una persona, Alessandro Marcianò, caposala dell'ospedale di Locri, accusato di essere stato il mandante dell'assassinio. Siamo ben lontani, però, da quei mandanti politici su cui la vedova di Fortugno chiede a gran voce che si faccia luce. Maria Grazia Laganà, nelle settimane scorse, ha chiesto che l'indagine venga avocata dalla Procura nazionale antimafia al fine di esplorare il capitolo dei mandanti politici dell'assassinio di Fortugno. «Bisogna indagare - ha detto la vedova - in maniera più approfondita. Io ritengo che un omicidio di questo livello non possa interessare solo una parte della mafia. Credo che ci sia stato, comunque, l'accordo di quelli che contano in questa organizzazione, certamente con un input politico». E ieri l'onorevole Laganà ha commentato l'intervento di Napolitano: «La continuità di attenzione per l'omicidio del Vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria tra il Presidente Ciampi e il Presidente Napolitano, ci fa sperare che questa altissima magistratura non lascerà sole le vittime della mafia nella loro battaglia quotidiana per l'affermazione di verità e giustizia». E per oggi l'assemblea regionale della Margherita calabrese è stata convocata dal coordinatore del partito, Franco Bruno, nel cimitero di Locri per un momento di raccoglimento ad un anno dall'uccisione del vicepresidente del consiglio regionale della Calabria. Sarà presente anche la vedova con tutta la deputazione calabrese del partito in Parlamento.

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