Perrone, presidente dell'Acai
.È una legge che punisce chi lavora, chi esporta e chi cerca di fare impresa e non riconosce il ruolo del ceto medio produttivo». È tagliante il giudizio sulla manovra economica di Dino Perrone, presidente nazionale dell'Acai (Associazione Cristiana Artigiani Cattolici). Condanna senza appello, presidente? «Questa legge ignora che circa il 95% del sistema produttivo italiano è fatto di micro imprese e risulta punitiva nei confronti di categorie, come quella artigiana, che da sempre sono impegnate a lavorare per creare ricchezza per tutti». Aspetti negativi? «Innanzitutto l'aumento del prelievo fisvale e l'innalzamento dei contributi previdenziali. Poi l'aggravio del 10% dei contributi per gli apprendisti, il prelievo forzoso del Tfr, il mancato sgravio delle aliquote Inail. Consideriamo ancora che oltre la metà delle imprese artigiane operanti in Italia non potranno usufruire della riduzione del cuneo fiscale, dato che la riduzione della base imponibile Irap avvantaggia solo le imprese che dichiarano un imponibile superiore a 181 mila euro mentre non è previsto nulla di concreto per facilitare l'accesso al credito delle micro-imprese. Questi sono alcuni elementi di preoccupazione». C'è dell'altro? «Direi che la filosofia complessiva della finanziaria ci preoccupa perché c'è una visione riduttiva o, peggio, punitiva, nei confronti del lavoro autonomo, senza tralasciare la revisione degli studi di settore, da quadriennale a triennale, la cancellazione del 5 per mille che penalizza il volontariato e l'aggravio dei costi per gli apprendisti. Interventi così concepiti non credo che alla fine daranno un effettivo vantaggio ai consumatori». Il mondo artigiano cosa voleva dalla finanziaria? «Una visione più legata alla realtà e quindi più rispetto. Il disconoscimento dell'azione sociale svolta dal ceto medio è palese proprio nell'aggravio dei costi per gli apprendisti. Una scelta politicamente miope». Vi farete sentire dal governo? «Abbiamo messo in calendario - conclude il presidente Perrone - una serie di iniziative per sensibilizzare i politici e il governo sulle nostre vere esigenze. Speriamo di poter avviare un processo che rilanci l'intera economia e non penalizzi le singole categorie». S.B.