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di PAOLO LUIGI RODARI HANNO parlato apertamente, ieri mattina, il primo ministro Romano Prodi e Papa ...

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Incontro nel quale Ratzinger ha voluto ricordare al premier l'importanza del ruolo della famiglia tradizionale e dell'etica nella ricerca scientifica. Prodi, la cui coalizione di centro-sinistra è salita al potere a maggio, ha discusso in privato con il Papa per 35 minuti e più tardi ha tenuto un colloquio con il nuovo Segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone. Un comunicato del Vaticano ha riferito che in entrambi gli incontri è stata rivolta un'attenzione particolare ai temi della «bioetica, della difesa e della promozione della vita e della famiglia». Temi che Benedetto XVI aveva preventivamente affrontato - l'altro ieri pomeriggio - con l'arcivescovo di Bologna, il cardinale Carlo Caffarra, esperto di tematiche inerenti la difesa della vita e la morale. Dalla sua elezione nel 2005, il Pontefice ha ricordato più volte l'opposizione della Chiesa cattolica al matrimonio gay e al riconoscimento formale delle unioni civili di coppie eterosessuali. La coalizione guidata da Prodi, cattolico praticante, sarà chiamata ad affrontare entrambe le questioni nei prossimi mesi. La maggioranza ha promesso che si impegnerà per ottenere un riconoscimento delle coppie non sposate, mentre non si sa se la questione del matrimonio gay sarà messa in agenda dall'esecutivo. Alcuni partiti di sinistra nella coalizione di governo, che spazia dai cattolici ai comunisti, difendono i diritti fondamentali degli omosessuali, fra cui il matrimonio. A tema dei colloqui Ratzinger-Prodi e Bertone-Prodi c'è stata anche la bioetica. La Chiesa cattolica si oppone alla ricerca delle cellule embrionali perché comporta la distruzione di quegli embrioni. Si chiede di non disattendere il referendum dell'anno scorso. Nell'incontro è stata ribadita «la volontà di una stretta collaborazione tra le parti, per il progresso della Nazione italiana e per il bene della comunità internazionale». Il comunicato del Vaticano ha fatto sapere che Prodi e il Pontefice hanno anche discusso della questione del Medioriente, dell'impegno italiano in Libano e del dialogo fra le religioni del mondo, come l'importanza dei valori cristiani nel processo di integrazione europea. Dopo trentotto minuti di colloquio, alle 11 e 38, un campanello ha avvertito in anticamera che si poteva far entrare nella biblioteca privata la moglie del premier, la signora Flavia Prodi, che si è coperta il capo con un velo nero. È quindi iniziato il rituale scambio dei doni e le fotografie. Il Papa ha accolto la signora Flavia con un sorriso ed una stretta di mano, poi gli sono state presente le altre persone - tra le quali il sottosegretario alla presidenza Enrico Letta - che accompagnavano il premier. Prodi ha donato a Benedetto XVI una preziosa pisside d'argento (un calice dove si conservano le ostie consacrate) placcata in oro di fine Ottocento, mentre il Pontefice ha ricambiato donando ai suoi ospiti le medaglie del suo pontificato ed alcuni rosari in argento. Prodi ha lasciato attorno alle 12.35 il cortile di San Damaso, nel palazzo apostolico del Vaticano. Salutato dal picchetto d'onore delle Guardie Svizzere e dell'inno nazionale Vaticano, il premier, accompagnato dalla moglie, ha lasciato la Santa Sede a bordo della Maserati blu di servizio con le bandierine italiana ed europea. Nel corso di un'intervista a Radio Vaticana, dopo l'incontro, Prodi si è detto contrario a «ordini di scuderia» sulla bioetica. Giovedì prossimo il premier italiano parteciperà alla solenne messa presieduta da Papa Ratzinger allo Stadio Bentegodi di Verona a conclusione del Convegno ecclesiale della Cei che si tiene nella città scaligera dal 16 al 20 ottobre. Un Convegno attesissimo perché detterà le linee future della Chiesa in rapporto alla testimonianza del Vangelo nella società.

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