E Fini diventa il leader silenzioso della «marcia del ceto medio»
Gianfranco Fini ha vissuto così la «marcia del ceto medio». Una volontà espressa appena il leader di An è arrivato a via dei Fori Imperiali. Ai professionisti che insistentemente gli chiedevano di prendere la testa del corteo Fini ha cortesemente risposto: «È la vostra manifestazione». Nelle parole dell'ex ministro degli Esteri la volontà di non dare nessuna «coloritura politica» ad un'iniziativa spontanea nata fuori dai partiti. Ma, nonostante la scelta di non apparire, la presenza di Fini non è certo passata inosservata. Sono stati in molti ad avvicinarlo per chiedere un autografo, scattare una foto con il telefonino, stringergli semplicemente la mano. Qualcuno ha anche approfittato dell'occasione per fare «outing». Quando il leader di An si è avvicinato allo striscione dell'Associazione dei liberi professionisti per salutare Alfredo Biondi un ragazzo gli ha urlato: «Li ho votati, sono pentito». Fini ha sorriso, gli si è avvicinato e lui ha continuato: «Parlavano tanto di concertazione e, poi, hanno fatto un decreto in una notte». Battuta del leader di An: «Ma loro concertano con la Cgil mica con te». Tra un saluto e un altro Fini non ha però rinunciato a lanciare il proprio messaggio politico. Prima ha stretto la mano al deputato della Margherita Pierluigi Mantini, unico «rappresentante» della maggioranza al corteo e relatore alla Camera delle proposte di legge sul riordino delle professioni (Mantini non ha comunque rinunciato a denunciare la «strumentalizzazione della destra»). Poi si è tolto qualche sassolino dalla scarpa. «Quando scendono in piazza migliaia e migliaia di professionisti - ha detto - senza essere organizzati da partiti, per esprimere indignazione verso una Finanziaria che impone solo nuove tasse, nessuna liberalizzazione ma delegittimazione delle professioni, l'opposizione ha il dovere di esprimere solidarietà. Mi auguro che a Palazzo Chigi tengano conto di questa protesta e siano meno presuntuosi». E, riferito alla Manovra, ha aggiunto: «Sono scettico sulla possibilità di cambiamenti sostanziali. Però è giusto attendere il dibattito parlamentare e verificare la sorte di alcuni emendamenti che presenterà il centrodestra verso i quali, a parole, i moderati dell'Unione sono favorevoli. Vedremo se saranno coerenti e faranno seguire alle parole i fatti». Per il resto Fini ha preferito dedicarsi alla gente. Ha scambiato quattro chiacchiere con i centurioni romani che allietano le comitive di turisti in visita al foro. Ha ricevuto i complimenti di un'avvocatessa romana («lei è il mio mito, nella mia stanza, in ufficio, ho la sua foto»). Ha espresso gradimento per l'iniziativa del consigliere comunale di Roma Alessandro Cochi (An) che ha modificato il manifesto del film La Stangata con le facce di Visco e Prodi. Alla fine il leader della Destra ha lasciato la piazza mentre, tra la folla, qualcuno gridava in perfetto accento romanesco: «A Gianfrà, se la magnamo sta Mortadella». N. I.