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Roberto Natale (Usigrai)

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Una via che però «non può essere quella della spartizione consensuale, dell'inciucio», ma piuttosto «quella dell'investimento sulle capacità professionali, della valorizzazione del merito, di scelte editoriali che parlino al Paese più che essere approvate da qualche segreteria». È la direzione di marcia tracciata, per il futuro di viale Mazzini, da Roberto Natale, che ha aperto ieri i lavori del X congresso nazionale dell'Usigrai a Montesilvano (Pescara). «Un servizio pubblico così — ha sottolineato Natale, che lascia il ruolo di segretario del sindacato dopo dieci anni e tre mandati — può sfuggire all'alternativa nella quale in troppi ci vorrebbero rinchiudere: o lottizzati o venduti. Vorremmo che il vertice aziendale avvertisse questa urgenza, ma vorremmo anche che avvertisse la nostra disponibilità a partecipare ad una azione di rinnovamento non più rinviabile». Nel suo lungo intervento, 32 fitte cartelle, spesso interrotto dagli applausi Natale ha citato i nodi irrisolti ma anche le grandi sfide che attendono il servizio pubblico. Il segretario dell'Usigrai ha sottolineato in particolare l'esigenza di «un nuovo sistema di regole, una seria legge sul conflitto di interessi e rigorose norme antritrust, che cancellino l'improbabile Sic creato dalla Gasparri». Il nuovo assetto della Rai, poi, deve assere «costruito intorno ad un pilastro: l'autonomia del servizio pubblico dal sistema dei partiti in generale e del Governo in particolare. A Governo e partiti — ha detto Natale — chiediamo una coraggiosa cessione di sovranità: contare di meno nelle nomine per far contare di più il servizio pubblico». Natale ha ribadito le perplessità dell'Usigrai sull'ipotesi di una separazione societaria fra le due Rai, quella finanziata dal canone e quella sostenuta dagli spot, «perché questa divisione ci sembra rischi di essere l'anticamera della vendita della parte soltanto commerciale. Per l'Usigrai, l'unitarietà resta un punto fondamentale. Diverso, invece, è il discorso se si parla di ingresso di capitali privati in alcuni ambiti dell'attività aziendale. Possono esserci forme di collaborazione da sviluppare, ma non nelle modalità previste dalla legge Gasparri». Centrale, per il segretario dell'Usigrai, è premiare il merito e basarsi sui curricula; e ancora ridare riconoscibilità ai programmi del servizio pubblico: «Questo significa tornare a fare un lavoro di ricerca sugli autori, che ci allontani dal rischio mortale dell'omologazione. La linea pedagogica della tv di oggi la fanno troppo spesso Lele Mora e Lucio Presta, i titolari delle cosiddette "scuderie" che ci rifilano i personaggi dei quali infarcire i nostri programmi di intrattenimento». Natale lascia un Usigrai che ha toccato quota 1400 iscritti ed ha «superato il rischio di una lacerazione profonda del sindacato unitario». I candidati alla successione sono Giuseppina Paterniti e Carlo Verna.

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