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Incontro a tre Casini, Cesa e Cav

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Obiettivo: stemperare il clima di tensione nella minoranza

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In attesa dell'incontro di oggi fra Berlusconi, Casini e Cesa, i due alleati non smettono di mandarsi segnali di reciproca insofferenza. La parola d'ordine dell'ex premier è quella di «evitare ogni spunto polemico», ma le dichiarazioni di ieri la dicono lunga sullo stato dei rapporti fra i due partiti della Cdl. È ancora una volta il partito centrista a dare fuoco alle polveri. «Nel centrodestra tutto va ridiscusso, a cominciare dal ruolo di Berlusconi nella coalizione», ha ribadito il segretario dell'Udc in un passaggio della relazione al Consiglio nazionale del partito. Poi, rivolgendosi direttamente al Cavaliere (e dandogli del «lei»), Cesa ha aggiunto: «Sarebbe inaccettabile immaginare che l'alleanza di centrodestra possa esistere se a guidarla ci fosse sempre e comunque solo lei». Il tema della leadership è uno dei tasti su cui il partito di Casini punta ormai da mesi. La novità, semmai, è nella reazione sempre più distaccata di Fi. Nessuno, a parte Enrico La Loggia, ha replicato a Cesa. Persino l'atteso incontro fra Berlusconi e Casini (confermato solo in serata), anzichè rasserenare il clima, è stato occasione di qualche tensione. A «Porta a Porta», l'ex presidente della Camera, fra il serio e il faceto, aveva ridimensionato l'importanza dell'appuntamento: «Se Fini vuole andare a pranzo con Berlusconi, prenda pure il mio posto, mi farebbe una cortesia. Proprio mercoledì volevo accompagnare mia figlia a comprare un cavallo nuovo...». Una battuta scherzosa, hanno spiegato ambienti centristi, che però non è piaciuta affatto a deputati e senatori azzurri. Forse anche per questo Casini è tornato sull'argomento: «Ci vediamo e ci sentiamo sempre, anche al telefono, quello di domani non è un evento», ma un incontro dettato dall'esigenza di «illustrare» gli emendamenti centristi alla finanziaria, ha detto ieri il leader dell'Udc.

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