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RaiSport, è Meocci il colpo a sorpresa

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Riotta va avanti col Tg1, tiene i grandi ascolti di Mimun. Rossella col Tg5 continua a partire con uno scarto enorme (anche 20 punti di share in meno) a causa del clamoroso fallimento del programma di Bonolis che non riesce a tirare la volata al telegiornale del Biscione. Per contro Carlo Conti fa il suo dovere e consegna al Tg1 il testimone della staffetta con un cospicuo vantaggio. In verità il Tg5 nell'arco dei minuti recupera un po' del terreno perduto e lancia Striscia verso il trionfo nella sfida a distanza con i pacchi di Affari tuoi. Ma nel Biscione è elevata la delusione per il basso share di Bonolis. Un fiasco forse inaspettato, anche se le ultime sue performance erano state alquanto altalenanti. Ed è facile capire la rabbia di chi ha voluto investire in un campione di razza strappato alla Rai a suon di milioni. Tuttavia, un altro fuoriclasse come Santoro è finito nelle sabbie mobili delle polemiche. La sua trasmissione «Annozero» supera appena il 10 per cento degli ascolti, più di sei punti in meno rispetto al Ballarò di Floris. E questo la dice lunga su come anche il telespettatore di sinistra abbia, in questi anni di black out dell'ex conduttore di Samarcanda, modificato le sue preferenze davanti al video. Ma torniamo alle nomine. Il cda di mercoledì dovrebbe sciogliere i nodi sui nuovi direttori di: Giornale Radio (Caprarica il favorito, ma in corsa c'è sempre Borrelli), RaiNews 24 (Borrelli o Mineo), Gr parlamento (Soccillo in pole), RaiInternational (Prodi blinda Badaloni), Tribune e servizi parlamentari (Mimun), Rai Corporation, Isoradio, Televideo. Un nodo importante è rappresentato da Giulio Borrelli. Se l'ex direttore del Tg1 tornerà in Italia si aprirà una girandola di corrispondenti che potrebbe portare una donna (Monica Maggioni) sulla poltrona più importante di New York, anche perché Mineo, qualora Curzi non riuscisse a collocarlo a RaiNews, potrebbe preferire Parigi agli Stati Uniti, visto che la sede della capitale transalpina sarebbe lasciata vacante da Caprarica. In corsa per qualche poltrona ci sono pure le punte del Polo: Antonio Bagnardi (direttore uscente Televideo), Claudio Fico (vd Tg1 e uomo di fiducia di Mimun), Daniele Renzoni (vd Rai2), Riccardo Berti (Isoradio). Un capitolo a parte merita Raisport. Sicuro partente Maffei, restano le soluzioni De Paoli o Bartoletti, entrambe non gradite al cdr che nel frattempo ha risanato la frattura e Angeletti è tornato in carica. In una nota il cdr di Raisport smentisce i presunti attriti tra i colleghi Varriale e Angeletti, «che nella realtà dei fatti non esistono e non sono mai esistiti». Ma se tra De Paoli e Bartoletti spuntasse a sorpresa Meocci? Che ha rifiutato RaiCorporation e che aspetta una degna collocazione. Anche perché allo sport, tramontata la soluzione Sconcerti, i cavalli di ritorno non hanno fortuna (vedi Maffei). In molti infatti ricordano l'epilogo burrascoso della precedente direzione Bartoletti, offuscato dallo scandalo delle sponsorizzazioni. Tuttavia ci sono candidature importanti che potrebbero fare breccia: su tutte quella di Massimo De Luca (Mediaset). Quella dell'11 ottobre - va ricordato - è solo la seconda partita sulle nomine. La prima ha visto il sacrificio da parte della Cdl del Tg1 e delle Risorse umane pur di salvare i posti al cda. La seconda sarà la rivincita dei Ds. Mentre la terza, quella che si giocherà a febbraio, è la più importante: in ballo ci sono le tre direzioni di rete (Rai1, Rai2 e Rai3), il Tg2 e il Tg3.

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