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Il ministro della Giustizia Mastella «Bene larghe intese sulla Finanziaria»

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Il cuneo fiscale quindi andrebbe reso più soft magari diluito nel tempo. E poi rivedere gli scaglioni di reddito per le aliquote Irpef». Il ministro della Giustizia Clemente Mastella è tra coloro che nella maggioranza pensa ad un aggiustamento della Finanziaria mantenendo però intatto lo spirito che deve essere quello di «fare un piccolo sacrificio oggi per stare meglio domani». Per il Guardasigilli la manovra economica non è la Bibbia, e ferme restando le finalità, si possono fare degli aggiustamenti sempre con il dialogo con le parti sociali. Il presidente del Consiglio Romano Prodi si è detto disponibile a modificare la Finanziaria. Quali punti andrebbero corretti? «Innazitutto la Finanziaria andrebbe spiegata. Agli italiani andrebbe detto che occorre fare un po' di sacrifici sapendo che il prossimo anno non ci saranno più problemi. Le proteste sono scaturite da un malinteso. Si è pensato che siccome le entrate fiscali sono state superiori al previsto, il governo avrebbe potuto alLentare i cordoni della borsa. La gente si è posta questa domanda: perchè nella manovra c'è un pacchetto fiscale se il gettito è stato soddisfacente? Ebbene non è questo il criterio da seguire perchè la situazione di bilancio dello Stato non è rosea e bisogna fare ancora dei sacrifici, perchè i conti pubblici lascitici in eredità dal centrodestra sono drammatici». Ma una volta spiegato che bisogna ancora stringere la cinghia dove andrebbe comunque modificata la Finanziaria? «Il ripristino della tassa di successione è inaccettabile. Anche il prelievo del Tfr va cambiato». Come va cambiata la norma sul Tfr? «Così come è stato scritto in Finanziaria il prelievo del Tfr mette a rischio di fallimento molte piccole e medie imprese che sono il volano della nostra economia. Inoltre una materia di questo genere doveva essere affrontata aprendo un tavolo di contrattazione con le parti sociali e questo non è accaduto. La mia idea è che tutto dovrebbe tornare come è adesso». Ma allora verrebbero meno quei fondi già iscritti in bilancio e che servono anche a finanziare il cuneo fiscale. «Basterebbe ridurre un po' il cuneo fiscale e magari diluirlo nel tempo, privilegiando le aree deboli del Mezzogiorno». Il pacchetto fiscale colpisce il ceto medio, dice l'opposizione. Le critiche sono rivolte soprattutto agli scaglioni di reddito e alle aliquote Irpef. Vanno cambiati? «È singolare che chi ha un reddito di 75.000 euro è posto sullo stesso piano di chi ha un reddito di 150.000. Andrebbe fatta una differenziazione». Vuole proporre una rimodulazione delle aliquote? «Si potrebbe porre un'aliquota al 39% per chi arriva a 100.000 euro e poi 43% sopra i 100.000 euro. Basterebbero questi due scaglioni come formula di redistribuzione del reddito. Ma è una valutazione che deve fare il ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa». I magistrati sono insorti contro il taglio agli stipendi. Interverrete anche in questo caso? «Alcuni settori come i non contrattualizzati, quali i magistrati, gli ambasciatori, i prefetti hanno un regime a parte e quindi bisognerebbe rispettare questo regime e non penalizzarli. Per loro sarebbe opportuno studiare una forma di partecipazione al sacrificio più ridotta di quella stabilita ora dalla Finanziaria». Come tutelare il potere d'acquisto del ceto medio già messo a dura prova dai rincari dell'euro? «La Finanziaria affronta alcuni temi, ha un suo disegno, una sua impostazione. Quello che il governo vuole dire è che stiamo lavorando per migliorare la situazione dei conti pubblici. La situazione può essere paragonata a quella di chi si mette a dieta. Il medico gli dice che se fa un po' di sacrifici dopo qualche mese potrà mettere un vestito migliore e sentirsi in forma». C'è la preoccupazione reale però di dover fare sacrifici doppi perchè oltre alla stretta della Finanziaria c'è la stangata che arriva dagli enti locali. Regioni e Comuni avranno la possibilità di aumentare le addizionali e di mettere tasse di

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