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Gianni Alemanno di Alleanza Nazionale

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Arroccata la prima sulle poltrone del potere. Schierata la seconda sul fronte di una critica dura e spesso intrasigente. Ora c'è un'apertura dialettica e democratica. C'è un terreno d'incontro. Un tavolo di trattativa per politici di «buona volontà». L'obiettivo è modificare la Finanziaria. Lo conferma anche l'ex ministro delle Politiche Agricole: «Il tavolo dei cosiddetti volenterosi - spiega Gianni Alemanno, di Alleanza Nazionale - è un terreno sul quale si può verificare la disponibilità della maggioranza ad alcuni importanti emendamenti». La sinistra radicale parla già di «inciucio». Condivide questo punto di vista? «Il fatto che la sinistra massimalista accusi un malessere nei confronti del tavolo significa che è una buona iniziativa. Non c'è alcun inciucio, non ci sono manovre sottobanco, né l'intenzione di fare correzioni superficiali alla legge. C'è invece da parte nostra il tentativo di cambiare la Finanziaria in profondità». Se lei fosse di sinistra, sarebbe altrettanto critico? «Se fossi di sinistra non avrei atteso la Finanziaria per essere critico: bastava osservare le ipotesi di tagli alla spesa sociale e le contraddizioni tra Dpef che parlava di tagli alla spesa sociale e la Finanziaria che ha aumnentato le tasse. In questa maggioranza ristretta ed eterogenea alle carenze dovevano pensare prima». Anche voi avevate attriti interni... «In confronto a loro, noi eravamo la Falange Macedone...». Che cosa c'è da cambiare in questa Finanziaria? «È necessario abolire il sequestro del Tfr e le tassazioni locali. Inoltre, è indispensabile fare emendamenti sulla questione della fiscalità differenziata per il Sud. Ci vogliono più garanzie per il Meridione e bisogna sbloccare il bonus di 100 mila euro per ogni assunzione, cosa che il nostro governo aveva già fatto autorizzato dall'Ue». E poi? «È troppo pesante. Ci sono pochi tagli e troppe tasse. Più si va avanti e più si capisce che poteva e doveva essere più leggera. Non 33,4 miliardi di euro ma 15-16, 11 o 12 per correggere il deficit e 4-5 per le risorse. Il nostro obiettivo è alleggerirla spostando le riforme strutturali in leggi collegate». Per esempio? «È inutile privare alcune provincie delle prefetture quando semmai è necessario accorpare i consigli provinciali alle Regioni. È inutile mettere il ticket sul pronto soccorso quando il problema è la riduzione del costo della Sanità e l'abolizione delle Asl». Perché il centrosistra non ha fatto queste riforme? «I ministri che sono anche segretari di partito hanno potuto minacciare la stabilità del governo allo scopo di ottenere fondi maggiori per i propri dicasteri. Mentre i tagli sono stati scaricati sugli enti locali, lasciandoli liberi di aumentare le tasse ai cittadini». Concludendo? «Concludendo, abbiamo un pacchetto di emendamenti e di controproposte per spostare le riforme strutturali fuori della Finanziaria. Porteremo queste proposte al tavolo dei volenterosi per verificare se è possibile aprire un confronto serio». Protesta di piazza sospesa, allora? «Assolutamente no. La manifestazione va fatta. Questo però non ci esime di far partecipe il Parlamento, alla luce del sole, delle modifiche alla Finanziaria». Mau. Gal.

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