Walter sgrida gli alleati: «È l'ultima chance»
E, manco tanto tra le righe, sprona i segretari dei due principali partiti del centrosinistra Piero Fassino e Francesco Rutelli. Il Partito democratico va fatto. E subito. Il «popolo» lo vuole e lo premierebbe anche in termini politico-elettorali, come ha già fatto in occasione degli ultimi appuntamenti alle urne. In perfetta linea con il premier, ma più «drammatico» nei toni, Walter Veltroni lancia l'allarme: «Non è vero che facciamo questa scelta perchè non c'è alternativa - spiega al seminario di Orvieto - ma oggi è l'ultima chance. Se perdiamo questa opportunità faremo fatica alle prossime elezioni a dire che ci presentiamo con l'Ulivo. Ora è il tempo, e non importa quanto ce ne vuole», aggiunge risoluto. Il valore del seminario di Orvieto secondo il sindaco di Roma consiste nel «mettere in simmetria la discussione che c'è dentro le forze politiche con ciò che già c'è nella società». Si, perchè nella società - Veltroni ne è convinto - i tempi sono assolutamente maturi per questa operazione politica. «Il partito democratico c'è già nella coscienza degli elettori, nel lavoro di tante amministrazioni. Di solito i gruppi dirigenti fanno fatica a convincere gli elettori delle innovazioni, ma qui sta avvenendo il contrario». Nel senso che «dalla società civile da 10 anni ci dicono la stessa cosa: "insieme vi premiamo"». Dunque la scelta va fatta subito perchè «oggi è l'ultima chance» sapendo comunque che «nessuna storia può essere rimossa con un tratto di spugna», e che «il cambiamento non avviene se a qualcuno si chiede di mettere da parte qualcosa di sè stesso o di entrare dove non è mai stato». Il partito democratico, sostiene Veltroni «non nasce senza le forze politiche ma nemmeno se si chiude». Di un partito, comunque, deve trattarsi: «Una federazione non è qualcosa di nuovo». Veltroni traccia la prospettiva di un partito nuovo che, partendo dalla sua forza elettorale, ambisca a diventare maggioritario: «16 più 9 fa 25, ma - dice il primo cittadino della Capitale - dobbiamo avere una ambizione maggioritaria». E chiede che a questo processo di innovazione politica se ne accompagni un altro di riforme istituzionali che garantiscano maggioranze stabili. Veltroni avverte del pericolo: «con questo sistema elettorale anche il processo politico verrebbe messo in discussione». Nell'immediato si tratta dunque di dar vita a una «forza riformista che sia il centro dell'alleanza di governo», mentre in prospettiva questa forza si deve porre l'obiettivo di diventare maggioritaria». Fassino sembra raccogliere il suo appello. «Non dobbiamo attendere i congressi, bisogna costruire da oggi le condizioni perchè nasca il partito democratico», dice Fassino, che poi specifica: questo vuol dire «creare i gruppi consiliari dell'Ulivo, mettere in campo una rivista, presentarsi alle elezioni amministrative del 2007 con il simbolo dell'Ulivo». Fassino dà questo senso alla nascita del Pd: «Non stiamo discutendo come morire, ma di come scrivere una storia nuova, che vada oltre la nostra storia». Un soggetto, afferma il leader della Quercia facendo il paragone con la nascita di un figlio, che «onora il padre e la madre, ma che afferma poi la sua personalità». Stesso discorso per Francesco Rutelli, che sottolinea come il Pd deve prendere «l'abbrivio creativo e forte» che viene dalla richiesta degli elettori del centrosinistra, «la cui attesa non è infinita».