di LUIGI ESPOSITO CAPRI — Fu in una suite dell'Hotel Quisisana a far volare Antonio D'Amato alla guida di Confindustria.
E furono sempre i giardini del più famoso albergo dell'isola azzurra a far emergere nel 2003 la candidatura di un uomo «autonomo» e possibilmente «super partes». Di un uomo che possa rappresentare «il presidente di tutti», come disse in quell'occasione alberto Bombassei, presidnete di Ferdermeccanica. Insomma, forse è troppo affermare che il leader degli industriali viene deciso a Capri. Ma di certo è a Capri che si respirano gli uomori veri di quello che accade dentro Confindustria, è all'ombra delle palme del bianco hotel che si sente che vento tira. Se tira il maestrale del Nord ovest, come fu per Montezemolo, un presidente che viene da Torino (ma anche da Bologna o Maranello a dirla tutta). O se a spingere le vele di viale dell'Astronomia è uno scirocco del Sud. La linea sembra quella della continuità con Andrea Pininfarina, attuale vicepresidente per il centro studi. L'unico che raccoglie un consenso notevole e vistoso, candidature alternative sembrano ancora molto lontane. Ma si lavora anche a un'ipotesi espressione delle piccole e medie imprese, visto anche come sta mutando la base di Confindustria. La tradizionale riservatezza di Confindustria tuttavia si ripropone anche al XXI convegno dei giovani imprenditori italiani dall'ambizioso titolo «L'impresa al centro». Una platea affollata come al solito ma molto più attenta ad ascoltare le proposte e soprattutto le lamentele. Dopo la legge Finanziaria sono infatti cresciuti a dismisura i malumori delle imprese per una ulteriore occasione che nasce dalla ripresa economica vera assieme all'inizio di una nuova legislatura. Gli industriali volevano una Finanziaria capace di aggredire con incisività la spesa pubblica e limitare il ricorso a nuove tasse. In piu c'è stato anche il trasferimento anticipato del tfr all'Inps. Insomma non solo le attese non si sono avverate quanto poi le misure per il sistema imprenditoriale italiano sono state peggiorative rispetto a quelle concordate col governo. Da Capri i giovani imprenditori rilanciano su un progetto ambizioso in attesa che a viale dell'Astronomia qualcuno voglia condividerlo. E si proiettano verso il dopo Luchino, le cui avvisaglie si erano già intraviste a Vicenza quando il Cavaliere sfiduciò l'intera prima fila dell'associazione. Luca Cordero di Montezemolo sembra con le spalle al muro. Le sue critiche serrate al govenro Berlusconi lasciavano immaginare un quasi appoggio a Prodi, testimoniati dai «giornali vicini» come il Corriere della Sera. Ma il Professore appena arrivato a rifilato una batosta per gli industriali. Da questa Finanziaria, Montezemolo non porta a casa nulla. A viale dell'Astronomia. A casa sua sì, visto che incassa la mobilità lunga - in pratica una sorta di prepensionamento - già richiesta dalla Fiat e rifiutata da Berlusconi. Il dopo Luchino è già iniziato.